CAIRNS - Rajwinder Singh, l’ex infermiere accusato dell’omicidio di Toyah Cordingley, è stato condannato all’ergastolo per l’uccisione della giovane avvenuta nel 2018 su una spiaggia del Far North Queensland.

Il verdetto, emesso dopo un processo durato quattro settimane presso la Corte Suprema di Cairns, giunge a seguito della dichiarazione di colpevolezza unanime da parte della giuria.

Davanti a Singh, rimasto in piedi con la testa china e gli occhi chiusi, il giudice Lincoln Crowley ha definito l’omicidio “un attacco violento e brutale”, evidenziando il carattere “opportunistico” del gesto. La pena prevede un periodo minimo di 25 anni prima dell’eventuale ammissione alla libertà vigilata, superiore alla soglia standard di 20 anni.

“Toyah era una giovane donna di Cairns, aveva solo 24 anni”, ha ricordato il giudice. “Eravate estranei. Non vi eravate mai incontrati prima”. Secondo la ricostruzione, Cordingley fu assalita mentre passeggiava con il suo cane Indie, poi ritrovato vivo legato a un albero. La giovane riportò ferite multiple da taglio, tra cui fendenti al torace e un profondo taglio alla gola. L’autopsia ha stabilito che, sebbene alcune ferite fossero gravi, fu la combinazione di esse a causarne la morte.

Il giudice Crowley ha delineato un possibile movente, parlando di comportamenti “sessuali e perversi” che Singh stava forse compiendo in un luogo isolato e che Toyah potrebbe aver scoperto per caso. Il fatto che Singh abbia preso il telefono della vittima dopo il delitto lascia ipotizzare che la giovane avesse registrato o minacciato di denunciare ciò che aveva visto. “Toyah ha lottato per la propria vita”, ha sottolineato il giudice, citando le numerose ferite subite in postura difensiva.

Dopo l’omicidio, Singh fuggì immediatamente in India, senza salutare la famiglia. Una latitanza durata anni che, secondo il giudice, “ha prolungato l’angoscia” dei familiari della vittima. Fu estradato solo nel 2023, dopo l’annuncio di una ricompensa record di un milione di dollari.

In aula, i genitori di Toyah hanno letto dichiarazioni di profondo dolore. “Hai rubato la vita di nostra figlia - ha detto la madre Vanessa Gardiner -. Non ti perdoneremo mai”. Il padre, Troy Cordingley, che scoprì il corpo della figlia tra le dune della spiaggia, ha raccontato anni di incubi, attacchi di panico e isolamento sociale: “Tutto mi ricorda lei. Il dolore è insopportabile”.

Singh, descritto dai colleghi come un infermiere competente, non ha mai mostrato rimorso, cercando anzi di insinuare sospetti sul compagno della vittima. Per il giudice, resta “un pericolo per la comunità”.

All’uscita dal tribunale, la madre di Toyah ha detto soltanto che “la giustizia è stata fatta”. Alla domanda se provasse un qualche sollievo, ha risposto: “Non proprio”.