NEW YORK - In un’aula silenziosa, la giudice Regina Chu ha pronunciato la sua sentenza secondo cui Kim Potter, membro per 26 anni del Corpo di Polizia di Brooklyn Center (Minnesota), ha dimostrato di essere “profondamente dispiaciuta” e dovrebbe essere condannata a soli due anni di prigione, una pena molto minore rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero.
Potter, 49 anni, ha ascoltato la sentenza alzandosi in piedi e visibilmente sconvolta dopo essersi rivolta alla famiglia Wright pochi minuti prima per scusarsi per la morte del giovane, che aveva 20 anni al momento dell’evento.
Nel dicembre scorso Kim Potter una giuria l’aveva giudicata colpevole dell’omicidio. Dopo aver ascoltato ben 33 testimoni in tre settimane di dibattimento processuale, era passata quindi la tesi dell’accusa che ha puntato sulla grave negligenza dell’ex agente nonostante il suo addestramento con le armi da fuoco. La difesa aveva sostenuto la tesi dell’errore: “Non sapeva di avere in mano una pistola, pensava fosse il taser”.
La giudice, che ha imposto una sentenza al di sotto delle linee guida statali, ha affermato che è stato “uno dei casi più tristi nei miei 20 anni di carriera”. Ha detto di aver ricevuto “centinaia e centinaia” di lettere a sostegno di Potter. “Da un lato, un giovane è stato ucciso e, dall’altro, un agente di polizia veterano di 26 anni ha commesso un tragico errore tirando fuori la sua pistola invece del suo taser”.