PALERMO - Sarebbe stato rinvenuto un foglio formato A4 con sette righe, scritte al computer, in cui un anonimo scrive il nome del presunto killer dell'ex Presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980, sotto la sua abitazione a Palermo, rivela Adnkronos.
I figli dell'ex Presidente della Regione hanno consegnato la lettera agli investigatori, in attesa di sviluppi, e sarà la Procura di Palermo a tentare di fare luce su questo anonimo. Innanzitutto, bisogna capire se si tratta del lavoro di un mitomane, oppure se quel nome possa porta a un nuovo filone di inchiesta. L'unica certezza, finora, è che a distanza di 44 anni non si conoscono ancora i nomi dei killer che uccisero Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma si sanno invece i nomi dei mandanti, almeno quelli di Cosa nostra.
Il giorno in cui venne ucciso, Piersanti Mattarella era senza scorta, ed era appena salito in auto con la moglie, Irma Chiazzese, e i figli Bernardo e Maria, di 21 e 18 anni, con i quali stava andando a messa.
La vicenda giudiziaria è stata lunga e complessa, e mai definitiva. Come mandanti sono stati condannati all'ergastolo i boss della commissione di Cosa nostra, da Totò Riina a Michele Greco, con gli altri esponenti della cupola: Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Pippo Calò, Francesco Madonia e Antonino Geraci. L'inchiesta, però, non è riuscita a identificare né i sicari né i presunti mandanti esterni, che il giudice Giovanni Falcone pensava di aver individuato in Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, poi entrambi assolti. I killer materiali non sono stati mai individuati.
Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l'inchiesta sull'omicidio, con nuovi accertamenti attraverso complesse comparazioni fra reperti balistici. Uno dei reperti del processo celebrato a Palermo, la targa di un'auto del commando, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte fu poi ritrovata in un covo proprio dell'organizzazione terroristica neofascista dei Nar. Oggi l'inchiesta, ancora a un punto fermo, è coordinata dal Procuratore Maurizio de Lucia e dall'aggiunta Marzia Sabella.
I figli del Presidente non hanno mai parlato dell'indagine. A farlo sono stati i nipoti, come Piersanti Mattarella, omonimo del nonno, che tempo fa disse all'Adnkronos: “Non abbiamo mai saputo nulla sullo stato delle indagini, a distanza di tanti anni dall’omicidio, nonostante ciclicamente il 6 gennaio vengano riportate notizie di stampa o indiscrezioni su presunte novità sulle indagini sull'omicidio di mio nonno, oltre a questa ciclica ripetizione, quasi commemorativa più che di relativa notizia riguardo alle indagini, non abbiamo alcuna notizia da parte della Procura, nonostante si sappia dalla stampa che le indagini sono ancora aperte”.