RIMINI - Louis Dassilva aveva paura di Pierina Paganelli, o meglio temeva che la settantottenne potesse ingaggiare un investigatore privato per scoprire la relazione extraconiugale con la propria nuora.
Sarebbe questo uno dei particolari emersi alla ripresa dell’udienza di incidente probatorio della nuora di Pierina, Manuela Bianchi, davanti al Gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini.
Bianchi, difesa dall’avvocata Nunzia Barzan con la consulenza tecnica di Davide Barzan, è al terzo giorno di interrogatorio come richiesto dal sostituto procuratore Daniele Paci.
La nuora di Pierina Paganelli, la pensionata da lei trovata morta brutalmente accoltellata il 4 ottobre 2023, avrebbe raccontato nuovi elementi a carico del senegalese di 35 anni, detenuto nel carcere di Rimini dal 16 luglio 2024.
Dassilva, difeso dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, si è sempre detto innocente, minimizzando quella che era stata la relazione amorosa con la nuora di Pierina Paganelli.
Secondo gli investigatori, l’uomo – come emerso dalle intercettazioni – avrebbe chiesto ad uno stregone in Senegal di praticare riti voodoo contro i poliziotti della squadra mobile e il Pm prima ancora che venisse arrestato.
Quanto raccontato questa mattina da Manuela Bianchi farebbe emergere quindi una paura personale di Louis Dassilva nei confronti di Pierina Paganelli, la quale già prima della separazione del marito, secondo quanto riferito dalla Bianchi, aveva ingaggiato un investigatore privato.
L’udienza di questa mattina dovrebbe essere l’ultima di questo lunghissimo incidente probatorio, e Bianchi starebbe raccontando nuovi elementi inediti al gip Cantarini, chiamato a decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dal senegalese.