MILANO - Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà, lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. 

Il quarantunenne è stato condannato nel 2015 in via definitiva, a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco. Potrà stare fuori dalla prigione parte del giorno, non solo per lavorare, ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera nel carcere di Bollate.  

Quindi, potrà stare fuori per gran parte del giorno, non solo per l’attività lavorativa ma anche, come prevedono le norme, per attività istruttive e di reinserimento sociale.  

La Procura generale di Milano aveva chiesto il rigetto dell’istanza di semilibertà, che era stata proposta dagli avvocati di Stasi, Giada Bocellari e Antonio de Rensisi, visto che il condannato, dal 2023, aveva già ottenuto il permesso al lavoro esterno, va tutti i giorni a lavorare come contabile in un’azienda milanese e torna in carcere. 

La sostituta pg Valeria Marino aveva chiesto di respingere l’istanza, evidenziando un “neo” nel suo comportamento, ovvero la mancata richiesta di autorizzazione al magistrato di Sorveglianza per un’intervista a Le Iene il 22 marzo (andata in onda il 30), durante un permesso premio che era stato autorizzato. Per il resto, le relazioni del carcere erano tutte positive. 

In un documento agli atti del procedimento, tra l’altro, il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva specificato, “ad integrazione di quanto già inviato” e “qualora utile per la discussione relativa alla misura richiesta”, che l’intervista era stata registrata durante un permesso premio, e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni. 

Oggi è arrivata la concessione della semilibertà da parte dei giudici (Federica Gentile e Maria Paola Caffarena, più due esperti). Tra l’altro, a Stasi, in carcere da dieci anni, sulla carta mancano solo quattro anni e pochi mesi per finire di scontare la pena, e tra non molto potrà chiedere pure un’altra misura alternativa alla detenzione, ossia l’affidamento in prova ai servizi sociali. 

In quel caso niente più carcere per lui e sconterà la restante pena con la misura alternativa, svolgendo lavori socialmente utili. Aggiungendo, poi, anche la liberazione anticipata, potrebbe finire di scontare la pena nel 2028, massimo nel 2029.  

La notizia della concessione della semilibertà ad Alberto Stasi è arrivata a casa Poggi, a Garlasco, con il telegiornale regionale. La madre di Chiara, Rita Preda, si prepara all’ennesimo assedio di tv e giornali, ma ancora una volta non si sottrae a un primo, telegrafico commento: “L’abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai”, ha dichiarato.