Il diritto di veto è tra gli strumenti fondamentali dell’Onu, che consente ai cinque membri permanenti, Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia, di bloccare qualunque deliberazione anche nel caso in cui essa sia sostenuta dalla maggioranza.
Il veto può essere posto senza la necessità di essere accompagnato da una motivazione.
L’idea, presentata per la prima volta molti anni fa, era stata accantonata, ma è stata ora ripescata dopo che la Russia ha usato il suo potere di veto per bloccare alcune risoluzioni riguardanti la guerra in Ucraina.
La bozza della risoluzione, che è stata promossa dal Liechtenstein, piccolo Stato europeo posizionato tra la Svizzera e l’Austria, al momento gode del sostegno dei soli Stati Uniti (tra i membri permanenti) e di quello di altri 50 Stati.
L’Assemblea generale dell’ONU è tenuta a discutere ogni questione attinente al mantenimento della pace che venga presentata da uno Stato membro.
Le decisioni del Consiglio di Sicurezza vengono avallate in presenza del voto favorevole di nove membri, all’interno del quale si trovino i voti dei cinque membri permanenti.
I membri permanenti, quando non danno il proprio voto favorevole, esercitano, in maniera indiretta, il proprio diritto di veto bloccando la risoluzione.
Con la risoluzione proposta dal Liechtenstein l’ONU intende aggirare la situazione venutasi a creare nel momento in cui la Russia ha bloccato con il suo potere veto ogni azione ed ingerenza delle Nazioni Unite in merito alla questione ucraina.
La risoluzione, che dovrebbe essere messa ai voti nella prossima assemblea in data ancora da definire, incontra la resistenza di numerosi Paesi membri, permanenti e no, in quanto suscita il timore che possa trasformare l’Assemblea delle Nazioni Unite in una sorta di NATO dove i Paesi membri vengono a trovarsi in una condizione tale da sentirsi obbligati a soddisfare le esigenze dettate dall’agenda degli Stati Uniti.
L’inizio della battaglia dell’ONU contro la Russia può essere fatto risalire ai primi di aprile quando 93 Paesi avevano votato a favore della sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani. In quella occasione 24 Paesi si espressero in modo contrario, 58 decisero per l’astensione.
Precedentemente, l’Assemblea aveva votato una risoluzione che condannava le “operazioni speciali” russe in Ucraina. 141 Stati votarono a favore e 5 contro (Russia, Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord e Siria), 35 paesi gli astenuti, tra questi Cina e India.