ROMA – È definitiva l’assoluzione del vicepremier Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per la vicenda della nave della Ong spagnola Open Arms.  

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso per saltum presentato dalla Procura di Palermo, confermando la sentenza di primo grado che aveva stabilito che il fatto non sussiste. 

La decisione chiude in via definitiva il procedimento giudiziario nato dai fatti dell’agosto 2019, quando Salvini ricopriva l’incarico di ministro dell’Interno e fu contestato il mancato immediato sbarco dei migranti a bordo della Open Arms. 

Soddisfazione è stata espressa dalla difesa. “Il termine soddisfazione esprime quello che sento in questo momento. Era totalmente fuori dal mondo il ricorso della procura, ma ciò che ci interessa è la correttezza dell’operato di Salvini”, ha dichiarato l’avvocato Giulia Bongiorno.  

La legale ha aggiunto che la decisione della Cassazione conferma come “sia partito un processo che veramente non doveva nascere”, richiamando anche le conclusioni della Procura generale. 

Di segno opposto il commento di Oscar Camps, fondatore della Ong Open Arms. “Non è una decisione tecnica, è una decisione politica. Neanche oggi si è fatta giustizia, ma si è costruita una impunità”, ha affermato, sostenendo che riconoscere l’assenza di reato significhi “legittimare l’uso della sofferenza umana come strumento politico”.  

Secondo Camps, la pronuncia della Cassazione “è preoccupante per lo stato di diritto” e rappresenta un precedente che “autorizza altri governi a chiudere i porti e a trattenere le persone sulle navi”. 

Sul fronte politico è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che al Senato ha aperto il suo intervento con un applauso per il vicepremier.  

“Un applauso per l’assoluzione del vicepremier Matteo Salvini dall’accusa infondata di sequestro di persona e dalla definitiva affermazione del principio che un ministro dell’Interno che difende i confini italiani sta facendo il suo lavoro e niente di più”, ha detto, esprimendo “solidarietà e gioia” per l’esito del processo.