MOSCA - Vladimir Putin stamane ha accolto al Cremlino Viktor Orban “come presidente di turno del Consiglio Ue e non solo come partner della Federazione russa”. Già nelle ore precedenti da Bruxelles era stato però chiarito con forza che quella del premier magiaro è un’iniziativa personale non concordata con l’Unione Europea e “si svolge esclusivamente nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia”, ha spiegato Josep Borrell, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dei 27. “Orban non rappresenta in alcun modo la Ue”, ribadisce la premier estone Kaja Kallas, prossima a ricoprire l’incarico. 

“È necessario agire per la pace”, aveva scritto Orban su Facebook prima di partire per Mosca, visita che segue l’incontro a Kiev con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E dal Paese aggredito emerge irritazione per una visita “non concordata in alcun modo” di cui finora ha affermato di essere stato al corrente solo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. 

Ancora più duri i toni dei Paesi Baltici e della Finlandia, nazioni in prima linea nella nuova Guerra Fredda. Il premier finlandese, Petteri Orpo, ha definito il primo ministro ungherese “irresponsabile e sleale”. Di “incontro inaccettabile” parla la premier estone, Evika Silina, mentre dalla Lituania il presidente Gitanas Nauseda avverte che “se cerchi veramente la pace, non stringi la mano a un dittatore sanguinario”. 

Orban ha spiegato alla stampa di essere andato a Mosca e aver tenuto “colloqui con Putin, dal momento che l’Europa ha bisogno di pace” e ha promesso che “continuerà a lavorare per mettere fine al conflitto in Ucraina”. Putin però non vuol sentir parlare di tregua e ha ripetuto le sue condizioni per un cessate il fuoco, ovvero il ritiro totale dell’Ucraina dalle regioni annesse illegalmente da Mosca. 

Il presidente russo ha ribadito che per Mosca “non dovrebbe esserci una tregua o una pausa delle ostilità per l’arrivo di armamenti aggiuntivi al regime di Kiev, ma solo una fine completa e definitiva del conflitto” e addirittura la stessa Ucraina “non consente neppure l’idea di un cessate il fuoco, perché in quel caso cadrebbe il pretesto per il prolungamento del regime di legge marziale” e “se l’Ucraina interrompe il regime di cessate il fuoco, dovrà indire elezioni presidenziali”.