Non entrerò mai in politica, non riesco a mentire, quindi non fa per me”. Orietta Berti esclude categoricamente una discesa in campo. La cantante, cresciuta tra i comizi del Partito comunista italiana e la messa della domenica, chiude le porte all’ipotesi di una nuova carriera in politica.

Con un personaggio di tale levatura, le domande abbondano: qual è un personaggio del mondo dello spettacolo che la cantante emiliana trova sexy? “Achille Lauro - risponde senza indugi la cantante - perché è così fascinoso e tenebroso. A me poi fa tanto ridere quando parliamo: lui vuole fare il ragazzo di borgata invece è molto raffinato e quando si esprime in romanesco, un po’ alla buona, mi fa tenerezza e mi fa ridere”.

Sulle sue manie la Berti racconta: “Da bambina odiavo le bambole perché non avevo i mezzi per comprare quelle belle e quelle che acquistava mia madre non mi piacevano. Dopo, quando sono diventata grande, la prima cosa che mi regalò mio marito fu una bambola bellissima e da allora cominciai a collezionarle. Adesso ne ho oltre novanta e le tengo tutte insieme in una camera dedicata a loro. Altre le ho collocate nel solaio. Colleziono anche acquasantiere in marmo, borse e ho oltre cinquecento paia di scarpe con tacchi vertiginosi”.

Conosciuta come l’“usignolo di Cavriago”, nel corso della sua quasi sessantennale carriera ha venduto oltre 16 milioni di dischi, ottenendo di conseguenza cinque dischi d’oro, sette di platino e due d’argento. È stata una delle protagoniste della musica italiana negli anni ‘60 e ‘70, assieme a Ornella Vanoni, Patty Pravo, Mina (la “tigre di Cremona”), Iva Zanicchi (l’“aquila di Ligonchio”) e Milva (la “pantera di Goro”), ma negli anni 2020 è tornata al successo delle origini grazie alla collaborazione con Fedez e Achille Lauro.