È già sulla buona strada per diventare la prossima grande novità nel motorsport, il giovanissimo pilota australiano Oscar Piastri. A soli vent’anni, è già in prossimità di una carriera in Formula 1, avendo conquistato il mondo durante la competizione di Formula 2. Il suo manager, Mark Webber, tra i più grandi piloti della Formula 1 del recente passato, lo ha difatti etichettato come “una delle personalità più apprezzate al mondo nelle corse junior”.
Dopo le recenti vittorie consecutive a Monza e Sochi, il talentuoso pilota originario di Melbourne sta al momento gareggiando nel suo primo campionato di Formula 2, al primo posto con soli due round dalla fine.
Direttamente dalla sua casa a Oxford in Inghilterra, durante la nostra intervista, Piastri si esprime già con l’equilibrio tipico di un pilota esperto, nonostante la sua giovane età. Di fronte al successo fulmineo, ammette che da bambino, al volante del suo go-kart, non avrebbe mai immaginato di trovarsi un giorno sull’orlo della Formula 1.
Cresciuto a East Brighton, in una famiglia di origini italiane da parte di suo padre – il suo trisnonno, Giovanni, emigrò in Australia dalla Toscana all’inizio del secolo scorso –, Piastri ha sviluppato una passione per lo sport e il senso della competizione già in giovane età. Ha ereditato il suo interesse per i motori da suo padre Chris e ha iniziato a correre con auto telecomandate quando ancora frequentava le scuole elementari, vincendo persino un campionato nazionale all’età di soli nove anni. Proprio in quell’occasione, ha incontrato una famiglia che aveva un go-kart e che l’ha spinto a fare una prova. “La settimana successiva ho ricevuto il mio go-kart e da lì è iniziato il mio percorso”, ricorda.
Piastri ha iniziato a correre proprio sui go-kart nel 2011, prima di diventare professionista nel 2014 e collezionare sempre più titoli in vari campionati australiani. È stato suo padre ad accompagnarlo in giro per il Paese nel ruolo di meccanico: “Mia madre Nicole e le mie tre sorelle minori venivano occasionalmente alle mie gare, ma spesso era difficile perché avevano i loro impegni, eppure sono sempre state tutte incredibilmente di supporto e sono molto grato per questo”, spiega lo sportivo.
I suoi genitori avevano compreso fin da subito il talento eccezionale del loro figlio, ma avevano una regola d’oro da dover rispettare: “Dovevo ancora andare bene a scuola”, racconta.
Il giovane pilota è riuscito quindi a bilanciare lo sport con lo studio, ma è diventato leggermente più complicato al momento del trasferimento in Europa nel 2016, per fissare finalmente il suo nome sulla scena mondiale delle corse a soli quindici anni.

Oscar Piastri con il suo primo go-kart nel 2011
“Per i primi nove mesi, ho continuato a frequentare la scuola con l’Haileybury College di Melbourne – continua –; praticamente mi consegnavano tutto il programma all’inizio dell’anno e poi lo svolgevo online nel tempo libero. Non ho mai avuto alcun contatto con i miei insegnanti, a causa della differenza di fuso orario. Mio padre è rimasto con me fino a quando non mi sono iscritto a una scuola in Inghilterra; è stato allora che ho deciso di restare in Europa. Vivere da solo in età così giovane è stato un po’ uno shock: lasciare i miei amici e la mia famiglia è stato difficile ma sapevo che, se avessi voluto provare ad arrivare in F1, sarebbe stato un passo inevitabile”.
La grande occasione di Piastri in Europa è arrivata quando si è aggiudicato la Formula Renault Eurocup nel 2019. La vittoria gli ha fatto ottenere un posto nella Renault Sport Academy, che da allora è stata ribattezzata ‘Alpine Academy’, un programma di sviluppo per piloti che si affianca all’Alpine F1 Team: “In quel momento, le cose si sono fatte piuttosto serie e ho capito di poter restare in Europa per il resto della mia vita professionale”. Piastri ha conquistato il titolo del campionato FIA Formula 3 nel 2020, alla sua prima stagione con il team italiano Prema Racing. I suoi sforzi sono stati premiati con l’opportunità di guidare per la prima volta un’auto di Formula 1, percorrendo quasi 500 chilometri a Bahrain.
“Penso che sia praticamente il sogno di ogni pilota da corsa guidare un’auto di F1 – racconta –. Le auto con cui di solito gareggio e quelle di F1 potrebbero sembrare molto simili dall’esterno, ma nel dettaglio sono davvero molto diverse. A quel punto della mia vita, l’unica auto che avevo guidato era una vettura di F3, quindi il salto in F1 è stato enorme; tutto stava accadendo molto in fretta ed è stato semplicemente fantastico. La sensazione è difficile da descrivere. Da allora, Alpine mi ha concesso altri due test di F1, più di quanto la maggior parte delle persone possa fare nella propria vita!”.

Oscar Piastri insieme al suo manager Mark Webber, tra i più grandi piloti della Formula 1 del recente passato
Piastri è al momento in corsa per vincere il suo terzo campionato consecutivo, questa volta in Formula 2, sempre con Prema Racing; risulta al momento in testa dopo le recenti vittorie a Monza il 12 settembre – la stessa giornata in cui Daniel Ricciardo ha vinto la gara in Formula 1 – e a Sochi nel fine settimana successivo.
“Ero molto motivato a vincere la gara di Monza, era l’ultima casella che volevo spuntare per l’anno. Avevo già vinto una gara sprint e avevo due pole position, quindi si trattava dell’ultimo passo. Poi, c’è stata anche la vittoria a Sochi, ma a Monza è stato bellissimo. Penso di aver ricevuto un po’ più di supporto lì per il mio cognome e per il fatto che corro per una squadra italiana; i fan italiani adorano sicuramente il loro motorsport!”.
Durante l’attuale pausa di due mesi, prima degli ultimi due round del campionato che si terranno in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi all’inizio di dicembre, Piastri sta cercando di riposarsi in vista della prossima sfida: “Le corse richiedono preparazione fisica e mentale. Avvengono a 300 chilometri all’ora, quindi devi essere sempre pronto e sveglio. In F2, ad esempio, non abbiamo il servosterzo, quindi girare il volante, specialmente nelle curve ad alta velocità, dove abbiamo molto carico aerodinamico, è in realtà piuttosto impegnativo. Anche in frenata, devi esercitare una forza enorme sul pedale del freno che penso sia circa, o forse più, di 100 chilogrammi, quindi richiede un grande sforzo fisico – spiega il giovane pilota –. È possibile vedere le nostre teste dall’esterno dell’auto, ma posso assicurare che i nostri corpi vengono sballottati un bel po’, c’è molta forza di gravità e pressione che ci spingono sul sedile. E mentre corri, devi pensare a quando frenerai, dove raggiungerai l’apice e come supererai qualcuno”.
Nonostante esprima in ogni sua parola sempre grande modestia e motivazione, Piastri crede di poter conquistare il titolo di campione di Formula 2: “Penso sicuramente che possiamo vincerlo – dichiara –. Abbiamo fatto un bel percorso praticamente per tutto l’anno, soprattutto negli ultimi round. Ora c’è un po’ di margine, ma voglio provare a estenderlo fino al round finale solo per rendermi la corsa un po’ più semplice. Penso che abbiamo davvero la velocità che serve per aumentare ulteriormente il divario”.
Con un track record incredibilmente impressionante, Piastri è pronto per il prossimo passo verso la Formula 1, seguendo le orme di altri grandi piloti del calibro di Lewis Hamilton, Charles Leclerc, George Russell, Lando Norris, Alexander Albon, Nicholas Latifi, Mick Schumacher, Yuki Tsunoda e Nikita Mazepin. Ma c’è solo un posto in palio prima della stagione 2022 all’Alfa Romeo, insieme al nove volte vincitore Valtteri Bottas.
“Non direi di essere favorevole, ma mai dire mai; sarei piacevolmente sorpreso se finissi in quel posto”, afferma, mentre il collega juniores alpino e rivale nel campionato, Guanyu Zhou, potrebbe diventare il primo pilota di origine cinese di Formula 1.
Il ritmo e la costanza di Piastri non sono però secondi a nessuno, anche se Zhou ha un finanziamento da 30 milioni di euro (48 milioni di dollari) solo per la stagione 2022: “Lui è all’Alpine insieme a me e andiamo molto d’accordo, quindi non provo di certo alcun rancore nei suoi confronti – spiega –. È un po’ un peccato come a volte il denaro metta in ombra il talento. Ovviamente, Zhou ha un talento incredibile e anche lui ha avuto un grande anno, ma è triste pensare che il fattore decisivo per quel posto sarà molto probabilmente il denaro. Nulla di nuovo, alla fine il motorsport non si differenzia da altri tipi di sport, c’è sempre un enorme lato commerciale. Non ha senso prendersela per motivi che non puoi controllare”.
Se Piastri dovesse andare avanti e vincere il campionato, resterebbe a mani vuote pur essendosi aggiudicato il titolo di Formula 2, incapace poi di tornare per la stagione successiva. Di fronte alla prospettiva di un anno fuori dallo sport, mentre cerca un posto in Formula 1 nel 2023, Piastri afferma che il passo più logico sarebbe quello di assicurarsi un ruolo da pilota di riserva con Alpine per il 2022.
“Abbiamo dialogato a lungo sul prossimo anno e sul futuro che ci attende – spiega –. Considerando la posizione in cui mi trovo al momento in F2 e gli ultimi anni della mia carriera, sento di meritarmi almeno una possibilità in F1. Alpine è stato eccezionale per tutto il supporto ricevuto e per le opportunità degli ultimi anni. Mi fido di loro e ho avuto molti colloqui positivi con l’amministratore delegato Laurent Rossi, quindi penso che qualcosa di positivo verrà fuori. Vedo molto potenziale in Alpine e penso che sarebbe saggio restare con loro, anche se significa che non sarò sulla griglia di F1 il prossimo anno”.
In un modo o nell’altro, Piastri è comunque determinato a entrare in Formula 1 nei prossimi cinque anni: “Mi piacerebbe anche provare a lottare per il podio e potenzialmente vincere – continua il giovane talento –. Non so se sia un obiettivo realistico, ma fino qualche anno fa sembrava inverosimile anche solo essere in prossimità della F1 oppure ritrovarmi in un’accademia come Alpine. Quindi, direi che essere realistici non sia proprio la strada da percorrere!”.