ADELAIDE – Quest’anno il Com.It.Es. SA ha celebrato la Festa della Liberazione presso il Fogolar Furlan di Felixstow. Una sala gremita, con numerose autorità presenti, e Stefano Pratola, del comitato Com.It.Es., che ha fatto da maestro di cerimonie.
È stata una festa composta e molto sentita da tutti i membri della comunità, aperta dall’Italian Choral and Arts Society, che ha cantato gli inni – australiano e italiano. Pratola ha poi fatto un discorso introduttivo ringraziando la presidente del Fogolar Furlan, Marisa Baldassi, “per il suo impegno verso i rappresentanti delle forze armate, per il loro servizio e la loro dedizione nel presentare la nostra storia”.
“In Italia, il 25 aprile, è una cerimonia civile che commemora la fine del regime nazifascista e celebra la vittoria della resistenza. E per 80 anni, forze armate e cittadini si sono riuniti nelle piazze pubbliche e reso il loro omaggio. Come italiani in Australia, oggi ci siamo uniti a quello spirito, ricordando i sacrifici fatti e l’eredità della memoria che continua a ispirarci”, ha aggiunto.
Ha poi dato il benvenuto alle autorità intervenute, da Dana Wortley, in rappresentanza del premier Peter Malinauskas, a Vince Tarzia, leader dell’opposizione, e gli onorevoli Jing Lee, Russell Wortley, Cressida O’Hanlon e Vicky O’Halloran.
Presenti anche il console d’Italia ad Adelaide, Ernesto Pianelli, Tony Zappia, James Stevens, il sindaco di Norwood, Payneham e St Peters, Robert Bria, la presidente SAMEAC, Luisa Greco, Giorgio Cosentino, la rappresentante delle Forze Armate, Roxanna Bianco, e i vari presidenti di club e associazioni.
Pratola ha proseguito ringraziando le due radio comunitarie, Radio Italiana 531 e Radio Italia Uno, che hanno trasmesso la cerimonia in diretta. Ha quindi passato la parola al Console, il quale si è rivolto sia ai connazionali che alle autorità, ripercorrendo la storia che ha portato alla Festa della Liberazione e i cui valori ancora oggi sono fonte di ispirazione e ricordo per le giovani generazioni.
“Quest’anno celebriamo un anniversario molto importante, gli 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo, frutto di una straordinaria lotta per la libertà. Celebriamo anche la liberazione da una terribile guerra e una dittatura spietata che, nell’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici, calpestando le libertà fondamentali, perseguitando le minoranze ed educando invece i giovani alla religione e a combattere la violenza e il sopruso. Ed è a quelle donne e uomini che hanno dedicato e sacrificato la propria vita per la conquista della libertà della patria che oggi rivolgiamo il nostro pensiero”.
Il Console ha anche ricordato che la resistenza ha portato alla Costituzione italiana, concludendo il suo intervento con le parole pronunciate da Piero Calamandrei nel lontano 1955 ai giovani sulla Costituzione: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”.
Ha preso poi la parola la vicepresidente del Com.It.Es, Pina D’Orazio: “È un grande onore essere qui oggi, a celebrare un momento così importante della nostra storia e della nostra identità”.
D’Orazio ha ringraziato gli ospiti e parlato anche dell’ANZAC Day, una giornata che unisce le due nazioni nei valori della democrazia, ribadendo che siamo tutti molto fortunati a vivere in Australia, un Paese che, nell’incertezza geopolitica attuale, ancora garantisce libertà e sicurezza. Ha poi concluso con le famose parole di Sandro Pertini: “Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie”.
Terminata la parte ufficiale, Claudia Sailis ha letto la poesia Il Viatico di Clemente Rebora. A quel punto le autorità sono state accompagnate da Marisa Baldassi e dal club manager, Giovanni Freschi, a deporre le corone commemorative ai piedi del Monumento agli Alpini, nel cortile del Fogolar Furlan, prima di osservare un minuto di raccoglimento.
Infine, un momento conviviale, prima del pranzo comunitario nel salone delle feste, che ha tenuto la comunità riunita per il resto della giornata.