Rita Pavone ha da poco festeggiato gli ottant’anni, un traguardo importante che testimonia non solo la longevità della sua vita, ma soprattutto la straordinaria durata di una carriera ricca di successi, riconoscimenti e momenti indimenticabili. Nata a Torino, ha attraversato più di mezzo secolo di musica e spettacolo, restando sempre una delle voci più amate e riconoscibili della musica italiana. La sua carriera è legata a doppio filo con la sua vita privata: a soli 23 anni ha sposato Teddy Reno, cantante e produttore discografico, patron del Festival degli Sconosciuti di Ariccia, una manifestazione che segnò la vera svolta per la sua vita artistica e personale.
Nel 1962, Rita vinse la prima edizione del Festival degli Sconosciuti con Moliendo Cafè e altri brani del repertorio di Mina, entrando così nel mondo della musica con un primo contratto discografico con la RCA.
Prima di quel momento, la giovane ‘Zanzara di Torino’ si esibiva solo in qualche locale torinese e lavorava in una camiceria per aiutare la famiglia, dimostrando fin da subito determinazione e talento. La vittoria a quel festival le aprì le porte del successo e le permise di incontrare appunto Reno, che sposò nel 1968 in un matrimonio che, all’epoca, suscitò qualche polemica a causa della differenza d’età (lui era 19 anni più grande) e del fatto che lui fosse ancora sposato civilmente. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Alessandro e Giorgio, e insieme hanno costruito una famiglia e una vita stabile, anche se non priva di critiche, soprattutto negli anni ‘60. Dal 1963 Rita diventò una vera star con canzoni entrate nella storia della musica italiana come La partita di pallone, Sul cucuzzolo, Alla mia età, Come te non c’è nessuno, Il ballo del mattone e Datemi un martello. Questi brani, con la loro energia e freschezza, la consacrarono come un’icona della musica pop italiana, apprezzata da diverse generazioni.
Ma la sua versatilità si mostrò anche in televisione, dove nel 1964 interpretò, nel celebre sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca diretto da Lina Wertmüller, non solo la sigla Viva la pappa col pomodoro, che ancora oggi rimane uno dei canti preferiti da grandi e piccoli, ma anche il protagonista Gianni Stoppani, grazie al suo fisico minuto e ai capelli corti, conquistando così una nuova fetta di pubblico e dimostrando una sorprendente capacità di adattamento.
Rita continuò a essere protagonista in programmi televisivi di grande successo come Studio Uno, Canzonissima, Senza rete e Buona domenica, fino ad approdare anche a format più recenti come Ballando con le stelle nel 2015, dove si classificò al terzo posto, e Ora o mai più, in cui ha svolto il ruolo di coach e giurata, dimostrando una capacità rara di rinnovarsi e rimanere rilevante anche dopo oltre 50 anni di carriera. Anche il cinema contribuì a consolidare il suo successo, soprattutto attraverso i ‘musicarelli’, film musicali che negli anni ‘60 erano molto popolari e spesso scritti apposta per lei, come Rita la zanzara, Non stuzzicate la zanzara e Little Rita nel West. Il suo soprannome, la ‘Zanzara di Torino’, è un omaggio al suo carattere vivace e alla sua presenza energica sul palcoscenico.
Nonostante le sfide e qualche momento difficile, come le critiche legate al suo matrimonio o l’intervento d’urgenza al cuore del 2005 che le salvò la vita, Rita Pavone ha continuato a incantare il pubblico italiano e internazionale. Nel 1965, infatti, debuttò anche alla Carnegie Hall di New York, un riconoscimento di portata mondiale che testimonia la sua fama anche oltreoceano. Con oltre 50 milioni di dischi venduti, è una delle artiste italiane di maggior successo di sempre, e continua a godere di un posto speciale nel cuore degli appassionati di musica. La sua partecipazione al Festival di Sanremo, dov’è salita sul palco in gara quattro volte (1969, 1970, 1972 e 2020) e come ospite nel 2005, dimostra quanto sia ancora presente e amata dalla scena musicale italiana. Recentemente, nel luglio scorso ad Aulla, le è stato conferito il Premio Lunezia alla Carriera, un riconoscimento prestigioso che celebra il valore artistico e culturale della sua musica e la sua capacità di lasciare un segno profondo nella storia della canzone italiana.
Pochi mesi prima, Rita ha pubblicato il suo primo libro, Gemma e le altre, un’autobiografia che prende il titolo da uno dei suoi album più celebri e che racconta aneddoti, ricordi e riflessioni sulla sua lunga e straordinaria vita artistica. Festeggiare ottant’anni con una carriera così ricca e ancora viva non è solo il segno di un talento immenso, ma la testimonianza di una donna che ha saputo trasformare ogni sfida in occasione di crescita, ogni nota in un messaggio di passione e speranza. Rita Pavone non è soltanto una leggenda della musica italiana, ma un esempio luminoso di coraggio, determinazione e amore per l’arte, capace di emozionare ancora oggi come quando, giovanissima, incantava il pubblico con la sua voce unica e il suo sorriso contagioso. Il suo cammino, costellato di successi e di momenti di vita vera, ci ricorda che la vera bellezza sta nella capacità di reinventarsi, di rimanere fedeli a se stessi e di continuare a sognare, a qualunque età. Rita Pavone è, e resterà per sempre, un faro brillante nel panorama culturale italiano, una donna che ha saputo cantare la vita con tutte le sue sfumature, lasciando un’eredità indelebile nel cuore di chi l’ha amata e continua ad amarla.