Il modello matematico sul quale il governo Berejiklian sta basando la sua risposta alla pandemia parla di settembre come il mese in cui si registrerà il massimo dei contagi giornalieri della variante Delta, e di ottobre come quello in cui si vedranno le ripercussioni di ciò che accadrà, in termini di positivi, il mese precedete. C’è un periodo di 2 o 3 settimane di differenza fra il picco del contagio e dei malati gravi, sia perché il Covid può impiegare fino a quattordici giorni per manifestare i suoi sintomi, sia perché la malattia si aggrava dopo un periodo di degenza.
“Gli ospedali sono pronti – ha detto il premier Berejiklian – abbiamo lavorato per diversi mesi a questo momento e sappiamo cosa fare”. Un piano per ridistribuire personale e pazienti da un ospedale all’altro c’è, e sarà messo in pratica nel momento del bisogno. “Abbiamo anche addestrato il nostro personale per l’emergenza”. E fra questo sono inclusi anche i fisioterapisti. In emergenza tutti saranno chiamati “alle armi”. Ma anche in termini di macchinari e respiratori, quelli necessari per la ventilazione assistita in terapia intensiva, la Berejiklian rassicura: “Non ci saranno problemi. Il modello che abbiamo studiato ci dice che abbiamo una capacità maggiore anche rispetto a ciò che dovremo affrontare. Ma tutti devono continuare a rispettare le regole, perché i modelli si basano su numeri e i numeri possono cambiare”.
Lo stesso modello citato dal premier del NSW è stato utilizzato per provare la bontà delle restrizioni imposte e, soprattutto, del lockdown. “Senza la chiusura ci sarebbero stati migliaia di contagi giornalieri e centinaia di morti”, evitati anche grazie alla politica della vaccinazione di massa.
Con il 75% dei residenti che hanno già ottenuto una dose di vaccino, il NSW viaggia veloce verso il traguardo del 70% della popolazione con doppia dose. Forse già il 14 ottobre potrebbe essere superata la soglia magica e, a quel punto, si ritornerà alla libertà. O almeno lo faranno i vaccinati. Un paradosso, visto che nello stesso periodo gli ospedali dovrebbero essere pieni di malati positivi al virus. Ma la pandemia è anche questo. E i dati in possesso del governo, cioè che il virus crea problemi maggiormente a chi non è vaccinato, offrono rassicurazioni che gli immuni potranno tornare a respirare aria di libertà, nonostante l’aumento dei casi.
E per i viaggi interstatali e all’estero? La Berejiklian spiega: “Nuovi sistemi di quarantena sono allo studio per i vaccinati. E sono certa che lavoreremo con il Victoria, in particolare, per riunire le famiglia a Natale”.