MELBOURNE - L’organizzazione indipendente ha invitato il governo a “resettare la rotta”, sostenendo che la sua condotta appare meno trasparente e responsabile rispetto a quella del precedente governo Morrison.
Il giudizio “F” in pagella riguarda soprattutto tre ambiti: la mancata riforma del sistema dei “jobs for mates” (gli incarichi assegnati a ex politici o amici di partito), la gestione dell’informazione pubblica e l’assenza di un piano per migliorare la trasparenza nel lobbying. L’esecutivo è inoltre accusato di aver ridotto il controllo parlamentare, in particolare dopo la decisione di tagliare le giornate di audizioni dedicate agli affari indigeni.
Il Centre for Public Integrity ha aspramente criticato anche la proposta di riforma della Freedom of Information Act (FOI). Le modifiche prevedono l’introduzione di una tassa di richiesta e il divieto di domande anonime — misure che, secondo la direttrice Catherine Williams, “rappresentano il più grave attacco alla trasparenza governativa nella memoria recente”. Il governo giustifica l’intervento con la necessità di arginare un’ondata di richieste “abusive o eccessive”: nel 2024/25 le agenzie federali hanno ricevuto oltre 43mila istanze, un record assoluto. Ma per gli esperti, il rischio è di rendere più facile per i ministeri rifiutare documenti imbarazzanti per il potere politico.
La bocciatura del governo coincide con la crescente pressione per regolamentare l’attività dei lobbisti. Dopo mesi di stallo, il senatore indipendente David Pocock ha lanciato un registro volontario di trasparenza, rivelando quali parlamentari sponsorizzano il pass di accesso a lobbisti professionisti dentro il Parlamento. Finora, solo 12 deputati indipendenti e un senatore di One Nation hanno pubblicato i dati, mentre nessun membro dei grandi partiti ha aderito.
Anche la deputata indipendente Helen Haines ha denunciato il calo di trasparenza, sostenendo che “quando la fiducia pubblica nella politica è già fragile, ridurre la trasparenza è l’ultima cosa di cui la democrazia australiana ha bisogno”.
Intanto, il disegno di legge sulla FOI è destinato a uno scontro in Senato: sia la Coalizione che i Verdi hanno già annunciato la loro opposizione, impedendone l’approvazione nella forma attuale. Una commissione parlamentare a guida laburista presenterà le sue raccomandazioni entro il 3 dicembre, ma per ora il giudizio sull’integrità del governo Albanese resta impietoso: un “F” che pesa come una bocciatura politica e morale.