PARIGI – Davanti agli Invalides, i sostenitori di Marine Le Pen contro i giudici e la sentenza "politica" che minaccia di tenerla fuori dalle presidenziali tra due anni. Nella banlieue nord di Saint-Denis, Gabriel Attal e i macroniani a difendere "i nostri giudici e le nostre istituzioni" dall'estrema destra e a promettere "un progetto" per il 2027. A République, la sinistra divisa - assenti i socialisti - ma sospinta da tanti giovani che l'hanno "chiamata" una piazza "contro l'estrema destra e la vittimizzazione di Le Pen".
In videoconferenza con Matteo Salvini al congresso della Lega a Firenze, Marine Le Pen ha rivendicato una lotta "pacifica e democratica" che prende l'esempio addirittura "da Martin Luther King". Più tardi, dalla place Vauban davanti agli Invalides, dove si erano riunite alcune migliaia di suoi sostenitori contrari alla condanna all'ineleggibilità, ha poi invocato i "diritti civili dei francesi" che sarebbero stati violati dalla sentenza, paragonando il suo caso a quello del dissidente russo Alexei Navalny. Gli ha risposto, dall'altra piazza parigina, quella macroniana, Gabriel Attal: "Signora Le Pen, lei non è Alexei Navalny. Lei è uno dei complici del suo boia".
Le Pen è salita sul palco per ringraziare i suoi sostenitori di "essere venuti per difendere ciò che questa decisione ha calpestato e a cui tengo sopra ogni cosa: il mio popolo, il mio Paese e il mio onore". "Tutti devono saperlo: non mollerò di un centimetro", ha aggiunto. Quella contro di lei, ha continuato, "è una caccia all'uomo politica", i giudici "mi hanno aggiunto ai loro trofei di caccia".
"Non esito a sottolineare la dimensione politica nel processo che ci viene fatto. Non si tratta di una sentenza giudiziaria. Si tratta di una sentenza politica!", ha detto davanti a circa 10.000 persone, secondo un conteggio del presidente del partito, Jordan Bardella. La stessa Le Pen ha affermato che una petizione di sostegno alla sua candidatura alle presidenziali del 2027 ha raggiunto le 500.000 firme.
"Se rubi, poi paghi!", gli ha di nuovo replicato, a qualche chilometro di distanza, Attal, ex premier e ora capo del partito Renaissance (i macroniani), che - davanti ai sostenitori fra i quali l'attuale primo ministro François Bayrou e l'ex premier Edouard Philippe - ha ricordato che l'istruttoria sul reato che ha portato alla sentenza è durata 10 anni: "Marine Le Pen e il Rassemblement National - ha detto - sono stati riconosciuti colpevoli di essersi appropriati di milioni di euro delle nostre tasse". "L'estrema destra - ha denunciato - attacca i nostri giudici, le nostre istituzioni".
Una presa di posizione che ha avuto accenti in comune con gli slogan e i manifesti della gauche a République, dove migliaia di giovani hanno preferito la protesta colorata, i canti e gli slogan contro l'estrema destra. All'appello degli studenti hanno risposto La France Insoumise e gli ecologisti, non i socialisti. Mélenchon non ha preso la parola ma si è mescolato ai manifestanti, decisi a farsi sentire "fino a place Vauban", dalla contemporanea folla lepenista. "Marine, quando si sbaglia, si viene puniti", si leggeva su un manifesto che faceva eco alle parole del macroniano Attal.
"Il Rn mostra il suo vero volto - ha detto il coordinatore de La France Insoumise (Lfi), Manuel Bompard - quello di un partito pericoloso per la democrazia, che minaccia anche i giudici quando le decisioni non gli vanno bene". Lfi ha rivendicato 15.000 persone presenti, per la prefettura 3.000.
Nel frattempo, secondo un nuovo rilevamento demoscopico, Marine Le Pen (o Jordan Bardella se la leader del Rassemblement National, RN, sarà dichiarata definitivamente ineleggibile) sarebbero largamente in testa alle intenzioni di voto per le presidenziali del 2027. È quanto emerge da un sondaggio Elabe per BFM TV e La Tribune Dimanche, a qualche giorno dalla condanna in prima istanza della Le Pen.
Il sondaggio ipotizza sei configurazioni della sfida per l'Eliseo, con candidati diversi per i socialisti, i macroniani e la destra dei Républicains. In tutte le ipotesi, Marine Le Pen e Jordan Bardella figurano in testa: la prima con percentuali fra il 32 e il 36%, per il secondo fra il 31 e il 35,5%. Dietro, arrivano - in tutte le ipotesi - il candidato del campo macroniano e il migliore sembra al momento l'ex premier Edouard Philippe, che raccoglierebbe fra il 20,5 e il 24%.
La destra vede come miglior risultato quello di Bruno Retailleau, attuale ministro dell'Interno, fra l'8 e il 10%, mentre a sinistra si rilancia Raphaël Glucksmann, con un risultato del 10,5%, ampiamente davanti al segretario del partito Olivier Faure (4%) o all'ex presidente François Hollande (fra il 5,5 e il 6%). Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra LFI (La France Insoumise), è fra il 9,5 e l'11%.