Nei giorni scorsi, l’Università di Sydney ha ospitato un evento interdisciplinare di grande successo per commemorare i 700 anni dell’eredità di Marco Polo, un personaggio che ha segnato la storia degli scambi culturali tra Oriente e Occidente.

Organizzato dai dipartimenti di Studi Italiani e Cinesi dell’ateneo e dalla Società Dante Alighieri, l’incontro ha attirato circa 80 partecipanti, offrendo un programma ricco di interventi accademici, esibizioni musicali e momenti di confronto che hanno incarnato lo spirito di apertura e curiosità che ha guidato il celebre viaggiatore, mercante e scrittore veneziano.

L’evento si è aperto con un suggestivo intervento musicale di Shurui Liang, che ha incantato il pubblico con il “pipa”, strumento tradizionale cinese, dando inizio a una serata che avrebbe esplorato secoli di dialogo tra culture. “Questa musica ci riporta all’epoca di Marco Polo - ha affermato Liang - e ci permette di immaginare i suoni che avrà ascoltato durante i suoi viaggi lungo la Via della Seta”.

La vicepresidente della Società Dante Alighieri, Antonella Beconi, ha sottolineato l’importanza di Polo come precursore degli scambi interculturali: “Marco Polo non è stato solo un viaggiatore; è stato un costruttore di ponti tra due culture. La sua storia ci insegna quanto sia essenziale il dialogo per comprendere il mondo”.

Alla Beconi si sono uniti la professoressa associata Giorgia Alù, Chair degli Studi Italiani, e il professore associato Wei Wang, Chair degli Studi Cinesi, entrambi evidenziando la rilevanza della figura di Marco Polo in un mondo globalizzato. “In un’epoca di chiusure e di conflitti - ha detto Wang- ricordare la curiosità e il rispetto di Polo verso culture diverse è un atto di enorme importanza”. Ad impugnare il microfono con un’intervento che ha offerto una visione contemporanea dell’eredità di Marco Polo nella sua presentazione intitolata “Perché leggere Marco Polo oggi?”, è stato il dott. Josto Luzzu, che ha spiegato che il viaggio di Polo continua a ispirare sia nella letteratura sia nella cultura popolare. “L’influenza di Marco Polo va oltre le sue cronache - ha affermato - la troviamo nelle parole di Coleridge, nelle immagini delle serie moderne, fino alle strategie globali di marketing. La sua è un’eredità che ci invita ad abbracciare la diversità anziché guardarla con scetticismo”.

Tra i vari interventi, la presentazione della dottoressa Yu Sang, intitolata “L’eredità di Marco Polo e le sue interpretazioni nella Cina contemporanea”, dove ha esplorato come il veneziano sia percepito oggi in Cina. “Per molti, Polo rappresenta il primo volto dell’Occidente in Cina - ha detto Sang - un uomo che ha aperto le porte del nostro Paese al resto del mondo e ha offerto al mondo una visione di ciò che siamo”. Sang ha sottolineato come i suoi racconti siano ancora oggi utilizzati nei media e nel turismo per rafforzare l’identità culturale cinese e promuovere il dialogo interculturale. Successivamente, il dottor Daniel Canaris ha offerto una prospettiva storica, affrontando la complessa questione delle interpretazioni occidentali e orientali dei racconti di Polo nella sua presentazione “Alla ricerca del Cathay di Marco Polo nel tardo periodo Ming”, Canaris ha illustrato come le descrizioni di Polo abbiano ispirato studiosi ed esploratori nei secoli successivi. “Figura affascinante e ambigua, Polo ha alimentato il mito dell’Oriente meraviglioso - ha detto Canaris - e le sue cronache hanno spinto generazioni di europei a cercare il leggendario Cathay”.

 La serata è stata ulteriormente arricchita dal contributo del professor Adrian Vickers, che ha approfondito il tema del Sud-Est asiatico ai tempi di Polo. La sua presentazione, “L’Asia sud-orientale nei racconti di Marco Polo: alcune comparazioni testuali”, ha confrontato gli scritti di Polo con fonti locali, sottolineando come l’esploratore veneziano abbia descritto per la prima volta culture allora sconosciute all’Occidente. “Polo ci ha offerto uno sguardo affascinante su culture diverse, dai commerci marittimi al buddhismo - ha affermato Vickers -. Il suo lavoro è stato un primo tentativo di traduzione interculturale, un atto di comprensione profonda che rimane rilevante ancora oggi”.

La serata si è conclusa con l’intervento di alcuni studenti dei corsi di Studi Italiani e Cinesi che hanno presentato le loro ricerche su temi quali le tradizioni artistiche lungo la Via della Seta e la memoria culturale di Marco Polo in Italia. “È fondamentale per noi, come giovani studiosi, proseguire il dialogo iniziato da Marco Polo”, ha detto uno degli studenti.

L’evento ha rappresentato un esempio dell’importanza e della straordinaria attualità di Marco Polo come figura cardine nello sviluppo di un dialogo interculturale. “Lo spirito di Polo è vivo in ciascuno di noi - ha concluso la professoressa Alù - ogni volta che cerchiamo di capire una cultura diversa dalla nostra, stiamo seguendo il sentiero che lui ha tracciato secoli fa”.