WASHINGTON D.C. – Tre discorsi in un giorno, oltre un’ora di botta e risposta con la stampa nello Studio Ovale, la grazia a tutti gli oltre 1.500 assalitori di Capitol Hill, purghe per 1000 dirigenti federali “non allineati”, minacce di dazi e più di 200 azioni esecutive che cancellano l’eredità di Biden, rimodellano le istituzioni americane e terremotano l’ordine mondiale.

È il ciclone Trump che, appena insediatosi alla Casa Bianca, conferma di voler fare sul serio tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale. E al più presto, comunque in meno di due anni, prima che rischi di sfaldarsi l’esile maggioranza repubblicana al Congresso o che i dem possano riconquistare una o entrambe le Camere nelle elezioni di Midterm.

Al via anche le retate “mirate” in tutto il Paese contro i migranti illegali, all’indomani della dichiarazione di emergenza al confine col Messico e dell’ok del Senato - con 12 dem a favore - alla prima stretta in materia.

Le autorità americane potranno arrestare i migranti anche nelle scuole e nelle chiese. Lo ha stabilito il dipartimento per la Sicurezza nazionale, di Donald Trump, abolendo quindi la politica che ha finora obbligato gli agenti a evitare le cosiddette “zone sensibili”. “I criminali non saranno più in grado di nascondersi nelle scuole e nelle chiese per evitare gli arresti. L’amministrazione Trump non legherà le mani degli agenti”, afferma il Dipartimento. 

Dopo aver partecipato all’ultimo appuntamento delle cerimonie inaugurali, il National Prayer Breakfast alla National Cathedral, il tycoon ha messo in moto la macchina governativa e incontrato i leader repubblicani di Camera e Senato per fissare la roadmap legislativa, a partire dalla stesura del budget.

E poche ore dopo il primo intervento di Marco Rubio, confermato dal Senato segretario di Stato all’unanimità, è pronto ad annunciare alla Casa Bianca un maxi-investimento iniziale di 100 miliardi di dollari del settore privato nella costruzione di infrastrutture per l’intelligenza artificiale (dopo aver revocato la policy di Biden), con gli amministratori delegati di SoftBank, Oracle e OpenAI: una joint venture chiamata Stargate. Ma intanto il Paese e il mondo intero fanno i conti con i suoi primi provvedimenti.

Il Presidente ha picconato subito alcuni accordi internazionali, uscendo da quello di Parigi sul clima e dall’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), con tutte le conseguenze per la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della salute a livello planetario. 

Sospesi per 90 giorni anche miliardi di aiuti destinati all’estero, in attesa di una revisione che li allinei pienamente agli interessi americani. The Donald ha fatto un regalo anche alle multinazionali e ai paperoni che lo hanno sostenuto, ritirandosi dall’accordo dell’Ocse sulla minimum tax del 15% sostenuto da 139 Paesi e ordinando al Tesoro Usa di studiare misure ritorsive contro chi applica prelievi “extraterritoriali” sulle corporation a stelle e strisce. Una mossa che ha suscitato il “rammarico” del commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis. 

La prospettiva di misure di ritorsione minaccia di coinvolgere gli Usa in una battaglia caotica sulle tasse con i suoi più stretti alleati, mentre Trump - che giovedì parla da remoto a Davos - sta valutando anche l’imposizione di dazi, come quelli al 25% che ha già minacciato per Canada e Messico dal primo febbraio. Il primo ministro (dimissionario) di Ottawa, Justin Trudeau, ha promesso una reazione “robusta, rapida e misurata”, rispondendo “dollaro su dollaro”, mentre la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum - cui

Trump vuole imporre anche il nuovo nome di Golfo d’America - ha auspicato relazioni basate su “rispetto, dialogo e cooperazione”. 
Il magnate ha riconfermato le sue mire sulla Groenlandia (“la Danimarca accetterà di cederla”) e anche sul Canale di Panama, ma da Mosca è arrivato un altolà. Cuba invece torna nella lista degli Stati sponsor del terrorismo. Il Presidente ha dato inoltre carta bianca ai coloni israeliani violenti, revocando le sanzioni del suo predecessore.

Scosse di terremoto anche sul fronte interno: ripristino della pena di morte federale, sospesa da Biden nel 2021; cancellato il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030; eliminati i vincoli per le trivellazioni; annullata la rivoluzione woke sulla diversità (riconosciuti solo due generi, maschile e femminile, mettendo i transgender fuori dall’Esercito); e rimosse le protezioni per i dipendenti federali, richiamati a lavorare in ufficio. 

Tra gli altri provvedimenti adottati nelle prime ore della nuova amministrazione, spicca la grazia a  tutti i 1.500 rivoltosi accusati di aver compiuto reati minori e commutato la pena per quelli con le condanne più pesanti. Fra i beneficiari della grazia Enrique Tarrio, l’ex leader del gruppo di estrema destra dei Proud Boys e il fondatore degli Oath Keepers, Stewart Rhodes. 

Confermato anche il decreto che sospende il divieto di TikTok negli Usa. L’app continuerà a essere disponibile negli Stati Uniti per i prossimi 75 giorni, durante i quali si lavorerà alla ricerca di un acquirente. Posticipando l’entrata in vigore del divieto, Trump ha spiegato che vorrebbe almeno il 50% di TikTok in mani americane.

Donald Trump, infine, ha firmato un ordine che ripristina la pena di morte federale, cancellando la moratoria voluta da Joe Biden nel 2021. Il Presidente ha ordinato anche al Procuratore generale di richiedere la pena capitale “indipendentemente da altri fattori” quando il caso riguarda l’uccisione di un agente o reati capitali “commessi da uno straniero illegalmente presente” nel Paese”, nonché di “intraprendere tutte le azioni necessarie e legali” per garantire che gli Stati abbiano abbastanza farmaci per l’iniezione letale.