ROMA - Pasquale D’Ascola è il nuovo primo presidente della Cassazione. A nominarlo è stato il plenum del Consiglio superiore della magistratura, presieduto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

La nomina di D’Ascola, che fino ad oggi ha ricoperto l’incarico di presidente aggiunto della Suprema Corte, è avvenuta con un solo voto di scarto rispetto all’altro candidato, Stefano Mogini, attuale segretario generale della Cassazione. 

Quattordici, infatti, sono stati i voti espressi in plenum a favore della nomina di D’Ascola, mentre 13 sono state le preferenze per Mogini. Cinque le astensioni. 

“Intendo rivolgere le mie congratulazioni al dottor D’Ascola con gli auguri per il compito che gli è stato affidato di presiedere la Corte di Cassazione. Al tempo stesso formulo un apprezzamento per il dottor Mogini, magistrato di elevato e indiscusso valore”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine della seduta straordinaria. 

Il capo dello Stato ha aggiunto che “il sapere giuridico del dottor D’Ascola e la sua lunga esperienza gli consentiranno di guidare con efficacia la Corte, proseguendo anche nell’attività di rinnovata efficienza avviata durante il mandato della presidente Cassano”, e ha sottolineato che il nuovo presidente “certamente rappresenterà un punto di riferimento anche per i lavori del Csm e del comitato di presidenza”. 

La presentazione di due proposte al plenum del Csm per la nomina del nuovo primo presidente della Cassazione “non deve essere letta in termini di fragilità o addirittura di spaccatura del Consiglio stesso, ma, viceversa, come appartenenza alla fisiologia istituzionale e alla piena e legittima diversità di vedute proprie degli organi di garanzia nelle liberal democrazie”, ha detto il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, prendendo la parola in plenum poco prima della votazione. 

Il vicepresidente ha poi rivolto un saluto a Margherita Cassano, che è stata la prima donna a essere nominata presidente della Cassazione e che lascerà l’incarico lunedì prossimo per raggiunti limiti di età, affermando che “ha autenticamente interpretato il proprio ruolo, onorando l’istituzione con un’energia senza pari”.