RENNES - C’è una passione che accomuna persone di ogni età, lingua e provenienza: il calcio. Che sia giocato su un campo di terra battuta in provincia o su un moderno sintetico in un angolo di Bretagna, resta sempre un linguaggio universale capace di creare legami, comunità e appartenenze.
È anche da questa passione che nasce il Quimper Italia Calcio, una squadra dilettantistica francese con cuore italiano, fondata da Michele Cioce, barese trasferitosi a Quimper negli anni Ottanta e figura di riferimento della comunità italiana locale.
Osservando la presenza di numerosi italiani in Bretagna, molti dei quali arrivati già nel dopoguerra per lavorare in vari settori (edilizia, arte, musica), infatti, Cioce ha sentito il bisogno di creare uno spazio di incontro e coesione per la comunità. Questo lo ha portato, inizialmente, a creare un’associazione culturale chiamata Amicale Italia-Bretagne.
Prima ancora aveva formato una piccola squadra aziendale, che però non gli sembrava rappresentativa né sufficientemente coinvolgente. Da lì è nata l’idea di dar vita a una vera e propria squadra di calcio con identità italiana, inizialmente chiamata Amicale Italia Bretagna, poi evolutasi in Quimper Italia Calcio.
Nonostante le difficoltà iniziali — come la mancanza di un campo stabile e di strutture adeguate — il club ha continuato a crescere, riuscendo a raggiungere un buon livello sportivo e ottenendo infine l’accesso a uno stadio importante della città. Cioce ha sempre difeso l’identità italiana della sua squadra, anche quando gli fu chiesto di cambiarne il nome per poter proseguire a livelli più alti. Il progetto ha compreso anche una Scuola Calcio Italia e, in passato, una squadra femminile, che oggi si spera di poter rilanciare.
Oggi, la squadra continua a portare avanti questa identità grazie al lavoro di Paride Muci, allenatore salentino con patentino UEFA B, arrivato in Bretagna dopo esperienze in alcune scuole calcio della provincia di Lecce.
Muci ha scoperto il club grazie al sito Il viaggio calcistico, che mette in contatto allenatori italiani con realtà estere, e ha iniziato il suo percorso nel Quimper Italia guidando la prima squadra, per poi accompagnare anche l’Under 15 e l’Under 16. Alla base di tutto c’era un desiderio di crescita, ma anche di scoperta: “Sono arrivato qui senza parlare francese. All’inizio avevo bisogno di un traduttore per comunicare con i ragazzi. Poi, piano piano, ho imparato. Ora ci capiamo, anche con chi parla solo wolof o portoghese”.
Il coach Paride Muci
Il Quimper Italia Calcio, infatti, è una realtà multiculturale dove convivono diverse nazionalità: francesi, maliani, algerini, brasiliani e naturalmente italiani. Eppure, l’identità azzurra rimane forte, visibile nella maglia ufficiale della Nazionale che i giocatori indossano con orgoglio e in quel Forza Italia! che riecheggia nello spogliatoio prima delle partite, urlato da tutti, senza distinzioni. È un momento identitario, simbolico, che va oltre il risultato e unisce tutti sotto un’unica bandiera, quella della squadra.
Muci, da parte sua, ha cercato di trasmettere la sua visione del calcio, fatta di intensità, disciplina e collaborazione. “Lavoro molto sul senso del gruppo. Voglio che ogni giocatore senta di far parte di qualcosa, che giochi non solo per sé ma anche per il compagno accanto”.
L’allenatore parla anche del suo metodo di lavoro e di come costruisce, settimana dopo settimana, un’identità di gioco. “Nei miei allenamenti cerco di avere sempre il pallone in mezzo. Lavoriamo moltissimo con esercizi con la palla, anche se ogni tanto inserisco momenti senza, per ricordare a tutti il valore del sacrificio”.
Alcuni giocatori della Quimper Italia Calcio con Paride Muci e Michele Cioce, ultimo sulla destra
Il Quimper Italia Calcio si allena tre volte a settimana: il martedì si lavora sul piano fisico, il mercoledì con esercizi tecnici e di gioco in piccoli gruppi per mantenere alta l’intensità – perché “preferisco due quattro contro quattro piuttosto che un otto contro otto, perché così tutti toccano più palloni” – mentre il giovedì, ultimo giorno prima della partita, è dedicato in gran parte alla tattica. “Cerco sempre di far capire ai ragazzi il senso di quello che facciamo. Allenarsi non è solo fatica: è crescita, è comprensione del gioco, è responsabilità”.
La squadra gioca e si allena su un campo comunale dotato di buone strutture: un impianto sintetico, spogliatoi, pista per la preparazione atletica. “In Francia – racconta Muci – le infrastrutture sportive sono molto più accessibili e moderne rispetto all’Italia. Anche il percorso per diventare allenatori è più semplice, meno costoso, più alla portata di tutti”.
Il progetto, però, non si limita all’aspetto sportivo. Intorno alla squadra ruota una comunità affiatata che vive il calcio come occasione di incontro e di identità. E lo stesso spirito anima la dirigenza, che sogna di rilanciare anche la squadra femminile, magari partendo da un gruppo di calcio a 5.
Goool!
Intanto, sul piano sportivo, la stagione in corso sta regalando soddisfazioni: in Coppa di Francia la squadra ha raggiunto per la prima volta nella sua storia il quinto turno, eliminando club di categoria superiore, mentre in campionato è in piena corsa per la promozione. “Cinque giornate fa sembrava impossibile, ma io ci ho sempre creduto. Ora il destino è nelle nostre mani”, dice Muci.
Il suo stile di gioco è chiaro: intensità, sacrificio, spirito collettivo. E i suoi giocatori lo seguono, come dimostra l’orgoglio con cui baciano lo stemma sulla maglia dopo ogni vittoria. Il Quimper Italia Calcio si distingue per la capacità di unire sport, cultura e memoria. È una squadra che non dimentica da dove viene e che continua a raccontare l’Italia anche a migliaia di chilometri di distanza.