PORT VILA - Il ministro della Polizia di Vanuatu, Andrew Napuat, ha incontrato il suo omologo cinese Wang Xiaohong a Pechino, annunciando la volontà di firmare un memorandum d’intesa per coordinare addestramento, donazioni di equipaggiamenti e collaborazione contro i crimini transnazionali.
L’accordo entra nelle fasi finali a meno di due settimane dalla visita del primo ministro Anthony Albanese a Port Vila, conclusasi senza la firma del Nakamal Agreement, un patto di sicurezza da 500 milioni di dollari negoziato per rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di difesa e capacità di adattamento delle infrastrutture. Canberra vede quell’accordo come essenziale per bloccare l’espansione dell’influenza cinese nella regione.
Secondo quanto riportato dai media locali, la Cina fornirà a Vanuatu 20 motociclette per la polizia, 20 droni e sistemi di comunicazione Interpol per un valore di circa 700mila dollari, una cifra ben inferiore agli investimenti australiani, ma che rafforza la presenza simbolica e operativa di Pechino nel Paese. Napuat ha precisato che l’accordo non comporta una “militarizzazione” delle forze di sicurezza, ma si concentra su temi come cambiamento climatico, crimine informatico e gestione del traffico.
Il ministro ha respinto le insinuazioni secondo cui Pechino avrebbe fatto pressioni per bloccare il Nakamal Agreement, affermando che Vanuatu non è “una pedina in un gioco geopolitico” e che continuerà a esercitare la propria sovranità scegliendo liberamente i partner con cui cooperare. Anche il portavoce del governo Kiery Manassah ha definito “assurde” le voci di interferenze cinesi.
Per l’Australia, tuttavia, la notizia fa suonare il campanello d’allarme. Il governo insiste da tempo che la sicurezza e la polizia nella regione debbano essere garantite dalla cosiddetta “famiglia del Pacifico”, per evitare che attori esterni creino dipendenze strategiche. La crescente visibilità della polizia cinese a Vanuatu – con addestramenti e prime visite nelle isole più remote – evidenzia la rapidità con cui Pechino si sta inserendo in settori chiave della governance regionale.
Mentre Canberra cerca di rassicurare i partner sulle proprie intenzioni e di salvare il Nakamal Agreement, la scelta di Vanuatu di diversificare le proprie relazioni di sicurezza conferma la complessità del nuovo contesto geopolitico del Pacifico. Per l’Australia, questo episodio sottolinea l’urgenza di concludere accordi credibili e tempestivi se vuole restare il partner di riferimento per la sicurezza dell’area.