Il triangolo amoroso, l’inganno, il travestimento, la suocera ingombrante. Tutti gli elementi dell’opera buffa sono presenti ne Il campanello di Gaetano Donizetti, rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1836 e riproposta a Buenos Aires in una coproduzione del Teatro Colón e del Teatro Coliseo.
Dopo lo spumeggiante debutto, il 29 giugno, si replica il 30 e il 1 e 2 luglio.
Autore del libretto è lo stesso compositore, che adattò una commedia de vaudeville dell’epoca, La sonnette de nuit.
Dopo Viva la mamma!, sempre in coproduzione, possiamo definire questo 2023, a Buenos Aires, “l’anno di Donizetti”.
L’opera, in un solo atto, racconta la storia dell’attempato farmacista don Annibale Pistacchio (Iván García) che sposa la giovane Serafina (interpretata da Ana Sampedro il 29 giugno e 1 luglio e da Victoria Sambuelli gli altri giorni). Tra gli invitati c’è però Enrico (Felipe Garelli), l’ex fidanzato lasciato per la sua inaffidabilità, ora deciso a riconquistarla.
Mentre il dottore sogna di popolare il mondo “di tanti piccoli Pistacchi”, si accinge passare con la moglie la prima notte di nozze, consapevole che il giorno dopo dovrà partire per Roma per certi affari. Ma Enrico, per tutta la notte, suona il campanello (da cui il titolo dell’opera) della sua porta, con i travestimenti più improbabili, fingendo di voler comprare medicine. Secondo una legge dell’epoca, un farmacista era obbligato a rispondere a qualsiasi ora.
La mattina arriva e il povero dottor Pistacchio sarà costretto a partire senza aver consumato il matrimonio.
Regista è Mariana Ciolfi, che si è formata al Colón, mentre l’orchestra è diretta da César Bustamante.
L’allestimento introduce elementi moderni, a tratti grotteschi e distopici, senza snaturare lo spirito dell’opera, ma evidenziando i tratti di commedia noir.
Come spiega César Bustamante, sono stati inseriti recitativi in italiano (sostituendo quelli originali in napoletano) che risalgono una prima versione dell’opera –poi eliminati – e svelano i retroscena della vicenda, come l’accordo tra la madre di Serafina, Rosa (Guadalupe Barrientos), ed Enrico per ingannare e fare impazzire il povero Pistacchio.
Altri dettagli sono invece più vicini al gusto contemporaneo, come la scenografia e i costumi, il ruolo coreografico del coro e il feroce finale a sorpresa (amara).
Biglietti in vendita al Teatro Coliseo e Colón.