La festa in onore della Divina Pastorella di Piminoro, l’unica occasione di festa e di giubilo annuale della Comunità Piminorese di Melbourne, è stata cancellata per il secondo anno consecutivo.
Da 26 anni i festeggiamenti in onore alla Madonna, rappresentata dalla Divina Pastorella, patrona di Piminoro, cittadina in provincia di Reggio Calabria, prendono vita a Moonee Ponds.
La festa, nel calendario del Piminoro Social Club, solitamente cade sempre alla seconda domenica di luglio e viene celebrata presso la chiesa di Santa Monica. Per tali celebrazioni, oggi viene utilizzata una statua, ma quando non era ancora arrivata a Melbourne, la comunità piminorese era solita venerare un bellissimo quadro depositato nella chiesa di Sant’Ambrogio a Brunswick.
Di fronte ai vari sodalizi locali e a tutto ciò che fa parte del bagaglio culturale di molte comunità regionali, anche per questa festa paesana forse è giunto il momento dell’infusione di nuova linfa, così da poter continuare le proprie attività ancora per tanti anni. La festa annuale in onore della Divina Pastorella ha visto sempre una corposa partecipazione da parte dei fedeli che, spesso, hanno sfidato giornate di pioggia e di freddo invernale pur di essere presenti presso la chiesa di Santa Monica a Moonee Ponds.
“In tutti questi anni la festa è stata e continua a essere per tutti noi piminoresi di Melbourne il ricordo più bello e gioioso del passato – ha dichiarato il coordinatore Tony D’Anna, commercialista in pensione e da 26 anni coordinatore del gruppo di lavoro per le celebrazioni annuali della Comunità Piminorese di Melbourne –. È celebrazione annuale tanto attesa da tutti e che, da più di un quarto di secolo, ci sostiene nella crescita e nell’adattamento sociale in Australia, questo Paese così lontano sia geograficamente sia culturalmente dalla nostra cittadina in cima all’alta collina sovrastante Oppido Mamertina”.
“Le celebrazioni annuali alla nostra Divina Pastorella – ha aggiunto Tony D’Anna –, come si potrebbe ben dire di tutte le altre comunità e gruppi paesani con simili tradizioni, suscitano nei nostri compaesani la fiducia nell’avvenire, ci riempiono di speranza e ci ispirano all’amicizia fra noi tutti che, per ragioni di scarsità di lavoro e di opportunità economiche, siamo dovuti emigrare dai nostri luoghi di nascita in Paesi come l’Australia”.
Ralph Martino, anch’egli componente del gruppo di lavoro, ha continuato: “Per noi piminoresi, questa festa annuale è un simbolo delle nostre tradizioni religiose che abbiamo portato qui, in questa terra. E ogni anno con la pioggia o col cielo sereno, ci troviamo tutti insieme nella chiesa di Santa Monica, come abbiamo fatto da molti anni a rappresentare la nostra comunità. Noi crediamo che il raggiungimento sociale e professionale nelle svariate attività e mestieri, in gran parte, sia dovuto alla nostra fede verso la Madonna, rappresentata da noi come la Divina Pastorella, che ci ha assistiti a superare tutte quelle difficoltà iniziali e quel duro distacco dalla nostra terra dove siamo nati. Poi crediamo che ci ha aiutati nell’insediamento in questo nuovo e generoso Paese. Perciò, per noi piminoresi, si tratta di un momento particolare di gioia e di incontro per le famiglie, e diventa un’occasione per stare insieme, per rinsaldare l’unità e tentare di tenerci lontani dalle discordie”.
Durante l’ultima festa, nel 2019, anche se la giornata era fredda e piovosa, nella chiesa di Santa Monica si riuscì a percepire tanto calore umano e spirituale, mentre la celebrazione fu interamente cantata dall’ex assistente parroco, padre Benneth Osuagwu, e da monsignor Raffaele Rossi, che si esibì all’organo insieme ai coristi italiani. Quei canti sono stati motivo di profonda gioia per tutti gli anziani e per i giovani presenti. In quell’occasione, inoltre, padre Osuagwu, nel suo panegirico in italiano, spiegò con chiarezza l’importanza del dover fare il possibile per tramandare ai nostri figli le tradizioni culturali e le feste dei nostri Santi protettori, perché fanno parte della nostra storia e della nostra cultura, facendo poi riferimento alla Madonna messaggera di Gesù e soccorritrice dei fedeli del mondo, che in questa occasione assume le sembianze della Divina Pastorella, per come è rappresentata nella bellissima statua dal famoso scultore Giuseppe Stufflesser di Ortisei, raffigurante la Madonna come una giovane pastorella che sostiene in braccio il Bambin Gesù circondata da cinque pecorelle. Dopo la Santa Messa, giunse il momento del tradizionale ‘incanto’, la contesa fra i due gruppi di ‘massari e contadini’ per condurre in processione la statua della Madonna lungo le vie intorno alla chiesa, mentre la Banda Musicale Italiana ‘V. Bellini’, sotto la guida del capobanda Aldo Falcone, eseguiva canti e inni sacri.
A conclusione della parte religiosa, i fedeli furono invitati presso il ristorante del Reggio Calabria Club di Parkville per un rinfresco, rilassandosi fra amici.
“Speriamo tanto – ha concluso Tony D’Anna – che la Madonna ascolti le nostre suppliche e che il prossimo anno possiamo riprendere a festeggiare la nostra amata patrona di Piminoro”.