ROMA - È stata lei, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a fare da padrona di casa e pertanto ad aprire il grande raduno internazionale della destra sovranista a Roma, dove è accorso il premier ungherese Victor Orban e al quale hanno partecipato molti leader del conservatorismo europeo, da Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen, apripista del movimento giovanile del Rassemblement National, al capo del partito di destra spagnolo Vox, Santiago Abascal, ma anche il presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento Europeo Ryszard Legutko, l’intellettuale inglese Douglas Murray, il presidente dell’American Enterprise Institute e già stretto collaboratore di Reagan, Christopher DeMuth e il filosofo israeliano Yoram Hazony. A fare da cornice, la Conferenza Nazionale del Conservatorismo, ideata dalla Edmund Burke Foundation e che quest’anno ha l’aspirazione di porre le basi per un nuovo pantheon al quale la nuova destra sovranista vorrebbe ispirarsi.
“Dio, onore e patria: il presidente Ronald Reagan, papa Giovanni Paolo II e la libertà delle Nazioni”: questo il titolo della conferenza che segna l’investitura nazionale per Giorgia Meloni, dopo che il Times l’ha indicata come una delle venti personalità potenzialmente più influenti del 2020. “Il nostro principale nemico – ha indicato la via la segretaria di Fratelli d’Italia – è oggi la deriva mondialista di chi reputa l’identità, in ogni sua forma, un male da combattere e agisce costantemente per spostare il potere reale dal popolo a entità sovrannazionali guidate da presunte élite illuminate”. Parole di miele per le orecchie di Orban, ospite d’onore della giornata, che Meloni spera di convincere a passare nel gruppo dei conservatori europei, del quale la segretaria di Fratelli d’Italia sta scalando la leadership.
Una sorta di investitura internazionale per Giorgia Meloni, come guida dei sovranisti conservatori, che è confermata dalla sua partecipazione mercoledì e giovedì scorso a Washington alla “National Prayer Breakfast”, il sit-in di preghiera dei repubblicani americani dove era presente il presidente Donald Trump e che poi sarà suggellata in Maryland al Conservative Political Action Conference 2020, alla quale Giorgia Meloni è stata invitata dal 26 al 29 febbraio prossimi.