È il ricordo del suo sorriso, quello che resta, e che ancora traspare, e continuerà a vibrare, negli sguardi di chi l’ha amata.
Celeste Manno ha lasciato la sua famiglia, la sua giovanissima vita, i suoi sogni, il suo futuro, sono stati tragicamente cancellati da un’ossessione. Il suo presunto assassino, Luay Nader Sako, le ha strappato l’esistenza nelle prime ore dello scorso lunedì.
In casa insieme a sua madre Aggie Di Mauro, Celeste è stata uccisa dall’omicida che ha sfondato la finestra della sua camera da letto, nella sua abitazione a Mernda, e l’ha pugnalata prima di scappare scavalcando la recinzione.
La famiglia ha confermato la fissazione molesta del presunto omicida nei confronti di Celeste; 23enne e team leader in un call centre a Mill Park, la ragazza aveva semplicemente mostrato gentilezza nei confronti di Sako a seguito del suo licenziamento dall’azienda, circa un anno fa. Da allora, l’assassino avrebbe cominciato a perseguitarla. La famiglia si è quindi rivolta alla polizia del Victoria, firmando un ordine restrittivo nei suoi confronti.
La portavoce di Sexual Assault Services Victoria, Karen Hogan, ha affermato che lo stalking è molto più diffuso di quanto riportato dalle statistiche ufficiali sulla criminalità, perché spesso è difficile da dimostrare: “Penso che sia difficile per le forze dell’ordine intervenire, ma è un problema reale, insidioso e può essere assolutamente terrificante”, ha dichiarato.
Eppure, è un crimine che colpisce un adulto su dieci in Australia, e tre quarti delle vittime sono donne.

Celeste Manno. (Foto: Facebook)
Luay Nader Sako è stato arrestato lo scorso lunedì ed è stato accusato di omicidio pochi giorni più tardi; giovedì sera, durante un’udienza online con la Melbourne Magistrates Court, Sako non era presente a causa di alcune difficoltà tecniche, e alla domanda del magistrato se l’accusato avesse problemi di salute mentale o medica, l’avvocato Sam Norton ha risposto di no.
La polizia del Victoria sta raccogliendo tutte le possibili registrazioni dalle telecamere a circuito chiuso. Il prossimo 27 aprile 2021, Sako affronterà il processo in tribunale.
Familiari e amici stanno intanto trovando parole di puro affetto per onorare la memoria di Celeste, provando a cucirle delicatamente come ricami.
“Eri tutto per me – ha dichiarato il fratello Alessandro –. Eravamo inseparabili, solo pochi giorni fa stavamo preparando pizze fatte in casa, divertendoci insieme in piscina. Non posso credere che sia reale”.
Ovviamente distrutta la mamma, Aggie Di Mauro, che non riesce a darsi pace: “Celeste, amore mio, avrei dovuto proteggerti – le strazianti parole di una donna la cui vita è stata stravolta da un atto di crudeltà indescrivibile –. Non sono riuscita a proteggerti, ho fallito nel mio ruolo di madre”, continua a ripetere Aggie mentre bacia una recente foto di sua figlia.
“Non riesco a trovare le parole per esprimere cosa provo”, dichiara con un filo di voce il papà di Celeste, Tony Manno.
Sconvolte anche le zie Melinda e Grace Di Mauro, con cui Celeste aveva un legame particolarmente stretto: “Non riesco ad immaginare cosa sarà la nostra vita senza di te”, ha dichiarato Melinda visibilmente scossa.
“I nostri cuori sono a pezzi, come possiamo guardare al futuro senza la tua presenza”, le ha fatto eco Grace.
Inconsolabile il cugino Jesse, che insieme ad Alessandro e Celeste formava un trio inseparabile: “Abbiamo perso un angelo, la tua luce radiosa vivrà per sempre nei nostri cuori”.
Il suo compagno Chris Ridsdale ha pubblicato una foto sui social media per rendere omaggio alla sua purezza – “Un’anima così gentile, premurosa e altruista, ha avuto un impatto su tutti coloro che l’hanno conosciuta”, ha scritto –, mentre il fratello maggiore Jayden l’ha ricordata come “la migliore tra tutti noi”.
Ordini restrittivi: mai abbastanza
“La violenza contro le donne è un problema crescente nel nostro mondo ed è la causa di migliaia di omicidi. Eppure, potrebbero essere evitati introducendo leggi più severe per garantire che le vittime siano protette”.
È quanto si legge nella pubblicazione di una petizione online, organizzata dalla comunità in risposta alla tragica scomparsa di Celeste Manno che ha scatenato la rabbia e ha fatto esplodere le frustrazioni di migliaia di cittadini.
La raccolta firme ha già raccolto il consenso di circa cinquemila persone e l’interesse di Tania Maxwell, politico del Justice Party e membro del Victorian Legislative Council, che ha deciso di sostenere la causa, annunciando che la proposta sarà preparata e presentata presto in Parlamento.
La polizia del Victoria ha un codice che gli agenti dovrebbero seguire per identificare un aggressore: compilare una valutazione per giudicare il rischio degli abusi, descrivere se la vittima presenti lesioni fisiche o se è in atto una storia di coercizione, intimidazione o violenza.
Un compito particolarmente complesso, ma intanto da un ultimo sondaggio dell’Australian Bureau of Statistics è stato dimostrato che una donna su sei in Australia subisce violenze fisiche o abusi psicologici.
Gli ufficiali pubblici stanno oggi ricevendo una formazione mirata presso il Family Violence Centre for Learning, proprio per riuscire a identificare i colpevoli e ad agire prima che sia troppo tardi. Ci si chiede se sarà mai abbastanza.