KIEV - L’incognita dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca rappresenta un rischio per Kiev e gli aiuti a cui avrà accesso dopo il 20 gennaio.

È forse anche tenendo in considerazione questo fattore che lo scorso martedì il ministero degli Esteri ucraino, in vista di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica che si è tenuta ieri a Bruxelles, ha lanciato un appello dicendosi convinto che “l’unica vera garanzia di sicurezza per l’Ucraina, nonché un deterrente contro un’ulteriore aggressione russa contro l’Ucraina e altri Stati, sia la piena adesione dell’Ucraina alla Nato”.

Un’eventualità etichettata da Mosca come “inaccettabile” e un evento che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, considererebbe “minaccioso”.

Ad alzare i toni poi è stato l’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzya, durante la riunione del Consiglio di sicurezza sull’escalation delle ostilità in Siria, accusando l’Ucraina di sostenere militarmente i combattenti del gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che conducono un’offensiva contro le forze siriane nel Nord-ovest della Siria.

“Vogliamo attirare l’attenzione sulle tracce identificabili che puntano alla principale direzione dell’intelligence ucraina, il GUR, nell’organizzazione delle ostilità e nella fornitura di armi ai combattenti nel Nord-ovest della Siria”, ha affermato Nebenzya, aggiungendo che sarebbero stati identificati istruttori militari ucraini che addestravano combattenti dell’HTS.

Nel frattempo, per evitare che Kiev si trovi improvvisamente in difficoltà in seguito all’avvicendamento alla Casa Bianca, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato un nuovo pacchetto da 725 milioni di dollari a favore di Kiev per l’invio di armamenti, tra cui razzi, mine e altri equipaggiamenti militari.

Il presidente ucraino, da parte sua, vuole gettare le basi per un dialogo con la nuova amministrazione americana cercando maggiori contatti con la squadra del presidente Donald Trump ancor prima che si insedi alla Casa Bianca. 

“Oggi credo che dovrebbero esserci più contatti tra le nostre squadre - ha dichiarato Zelensky -. Dobbiamo prepararci con attenzione per il prossimo anno”. 

Il leader ucraino si è augurato che non venga a mancare il sostegno statunitense non solo rispetto all’invio di armi e munizioni, ma anche nel ricercare una pace giusta, possibile, secondo lui, solo attraverso una posizione forte. L’augurio che si fa Zelensky è che “gli Stati Uniti non cerchino un compromesso tra l’assassino e la vittima”.

Nessun cedimento da parte di Vladimir Putin, che prosegue con la sua strategia sul campo cercando di conquistare parti sempre più estese del territorio ucraino: nelle ultime ore le forze russe avrebbero occupato altri due villaggi nella regione di Donetsk e Zaporizhzhia.

Dall’altro lato, il Cremlino prosegue con azioni provocatorie nei confronti del blocco occidentale, come le manovre militari compiute dalla Marina russa nelle acque del Mediterraneo orientale, dove ha lanciato diversi missili, tra cui gli ipersonici Zirkon.