LIMA – Domenica scorsa, le autorità peruviane hanno confermato il ritrovamento dei corpi di 13 minatori rapiti il 25 aprile nella provincia di Pataz, regione di La Libertad. Le vittime, tutte legate e uccise, erano impiegate dalla società R&R, subappaltatrice della miniera La Poderosa.  

Secondo le indagini, i lavoratori sono stati sequestrati, torturati e giustiziati da gruppi criminali legati all’estrazione illegale dell’oro. Le immagini, presumibilmente registrate dai rapitori, mostrano le esecuzioni a bruciapelo. 

In risposta alla situazione, la presidente Dina Boluarte ha decretato un coprifuoco dalle 18:00 alle 06:00 nel distretto di Pataz e sospeso per 30 giorni tutte le attività minerarie nella zona.  

Questa misura include la sospensione del Registro integrale di formalizzazione mineraria (Reinfo), che protegge temporaneamente i minatori informali dalle azioni legali. Istituito nel 2012 per facilitare la regolarizzazione delle attività minerarie informali, il registro consente ai minatori di accedere a benefici legali come assistenza tecnica, finanziamenti e la possibilità di operare senza incorrere in sanzioni penali.  

Tuttavia, l’efficacia del Reinfo è stata messa in discussione a causa di abusi e utilizzi impropri del sistema, che hanno contribuito all’espansione dell’attività estrattiva illegale, spesso legata a organizzazioni criminali. 

Nonostante in Perù lo stato di emergenza in vigore dal febbraio 2024, la violenza nella regione è continuata, con 39 minatori uccisi da bande criminali, segnando un’escalation della crisi della sicurezza.  

Il governo ha annunciato l’invio delle forze armate, per controllare la zona e rafforzare la presenza della polizia. Tuttavia, le autorità sono state criticate per la loro risposta tardiva e inefficace e la comunità locale esprime preoccupazione per il sempre maggiore potere dei gruppi criminali.