MELBOURNE – A due settimane dal voto, Peter Khalil è in piena corsa per la rielezione nel collegio federale di Wills. L’agenda della campagna elettorale è serrata: sveglia all’alba, presenza alle stazioni ferroviarie per incontrare i pendolari, poi visite porta a porta, telefonate e riunioni con associazioni e cittadini. “La campagna elettorale è un momento intenso – racconta nel corso di una intervista esclusiva concessa a Riccardo Schirru su Il Globo TV – ma è anche un’opportunità preziosa per ascoltare i problemi reali della gente, per capire che cosa li preoccupa davvero. In questi giorni le persone cominciano a prestare attenzione alla politica, e tu puoi imparare molto da loro”.

Durante l’intervista, Khalil ha tracciato un bilancio del suo operato da deputato laburista e degli obiettivi ancora da realizzare, con uno sguardo tanto locale quanto globale. Tra i risultati più significativi ottenuti nel mandato, elenca con orgoglio il finanziamento di un milione di dollari per un nuovo centro artistico a Brunswick, la riqualificazione ambientale dal Merri Creek, la creazione di due batterie solari comunitarie a Brunswick e Coburg, e l’apertura della nuova ‘Medicare Urgent Care Clinic’ a Coburg: “È un servizio eccezionale. Aiuta chi ha bisogno di cure urgenti ma non gravi, senza dover aspettare ore in un pronto soccorso. È aperto anche nei fine settimana. L’abbiamo ottenuto dopo un lungo lavoro con il ministro della Salute”.

Sul fronte nazionale, Khalil rivendica con forza gli investimenti del governo Albanese per combattere il caro vita: taglio dei costi dei farmaci con il prezzo massimo delle prescrizioni sceso da 41 a 25 dollari, sconti sulle bollette, aumento delle pensioni, e un ambizioso piano per affrontare la crisi abitativa. “Abbiamo investito 33 miliardi di dollari in edilizia pubblica, sociale e accessibile, e il nostro impegno salirà a 43 miliardi se vinceremo le elezioni. Vogliamo costruire 100.000 nuove abitazioni riservate ai primi acquirenti, perché l’accesso alla casa è un diritto umano fondamentale. Anch’io sono cresciuto in una casa popolare: i miei genitori, migranti egiziani, hanno lavorato duramente per permettere a me e a mia sorella di avere un’istruzione e un futuro migliore. È quella l’Australia in cui credo”.

Il deputato non risparmia critiche al leader dell’opposizione Peter Dutton, accusandolo di fare promesse irrealistiche, come il piano per costruire centrali nucleari da 600 miliardi di dollari senza spiegare dove trovare i fondi. “Quando gli è stato chiesto come intende finanziare quel progetto, ha glissato. Ma sappiamo che, in passato, quando era ministro della Salute, ha tagliato tra i 30 e i 50 miliardi al sistema sanitario pubblico. Hanno già provato a eliminare il *bulk billing*. Hanno una storia di tagli: ora non vogliono dirlo, ma i conti non tornano”.

Sull’opposizione, aggiunge un’altra critica: “Promettono molto, ma non possono mantenere. I partiti minori, come i Verdi, fanno annunci roboanti, ma non hanno gli strumenti per realizzarli. Io, invece, ho lavorato duro per ottenere una clinica urgente per la mia comunità. È facile promettere sei cliniche in più, ma dove trovano i fondi in bilancio?”.

La posizione del membro del Parlamento per il seggio di Wills sull’immigrazione è fortemente legata alla propria storia personale. “Sono figlio di migranti. Credo profondamente in un’Australia che accolga nuovi cittadini, migranti e rifugiati. Il nostro Paese è multiculturale, multietnico, multireligioso. Questa è la nostra forza. Abbiamo dato permesso di soggiorno permanente a 20.000 rifugiati che vivevano in un limbo, togliendoli da una condizione di incertezza. La politica può davvero cambiare la vita delle persone, se fatta con passione e coerenza”.

Khalil ha anche affrontato le difficoltà crescenti del dibattito pubblico e la deriva populista. “La democrazia è sotto attacco in tutto il mondo. C’è una frammentazione dell’informazione, i social media alimentano disinformazione e manipolazioni. I populisti sfruttano i disagi economici reali per guadagni politici o commerciali. Ma il nostro compito è rafforzare la fiducia nelle istituzioni democratiche e lavorare per soluzioni vere”.

Non è mancato un passaggio sulle proteste ricevute davanti al suo ufficio elettorale. “Manifestare è un diritto sacrosanto in democrazia, ma deve avvenire in modo pacifico. Le mie collaboratrici e collaboratori lavorano duramente per aiutare le persone, e hanno il diritto di sentirsi al sicuro. Intimidazioni e vandalismi sono inaccettabili”.

Infine, quando gli viene chiesto dove si vede tra cinque anni, Khalil risponde con realismo e passione: “Non so in quale ruolo, ma spero di essere ancora al servizio della mia comunità. La politica non è fatta solo di parole: è fatta di azioni che migliorano la vita delle persone. E questo è ciò che mi impegnerò a fare, finché ne avrò l’opportunità”.