MELBOURNE – A partire da oggi può fare ritorno negli uffici fino al 50% dei dipendenti delle aziende private di Melbourne, che possono anche fare a meno di indossare una mascherina per il viso mentre lavorano. Nel settore pubblico, invece, la precentuale di impiegati che può tornare in ufficio non deve superare la quota del 25%.
L’obbligo di indossare una copertura per il viso rimane solo sui mezzi di trasporto pubblico, nei centri commerciali e nei supermercati, negli ospedali e aeroporti, oltre che sui taxi e su tutti gli altri veicoli per il trasporto commerciale di passeggeri.
Queste modifiche alle restrizioni per combattere la diffusione del coronavirus erano state annunciate già da qualche tempo dal premier Daniel Andrews ma erano state differite di una settimana.
“Credo che aspettare sia stata la decisione giusta. Ora possiamo procedere con il nostro piano dopo esserci assicurati che non ci sono casi recenti di trasmissione locale del virus”, ha dichiarato il premier, secondo cui però nelle aziende continuerà ad esserci una maggiore flessibilità riguardo al telelavoro: “Il feedback che ho ricevuto su questo argomento è stato praticamente unanime: moltissime imprese hanno notato che la produttività non ha affatto sofferto per il fatto che i lavoratori abbiano dovuto lavorare da casa, anzi in molti casi la produttività è aumentata grazie ad una maggiore flessibilità lavorativa”.
Dugald Murray, direttore esecutivo della Camera di commercio e industria del Victoria, ha accolto con favore l’annuncio del governo, pur dicendosi convinto che la percentuale di lavoratori negli uffici non si alzerà di moltoanche quando le restrizioni verranno ulteriormente allentate.
“Esiste una certa riluttanza e nervosismo nell’utilizzare di nuovo i mezzi pubblici per ritornare al lavoro, e ci vorrà del tempo prima che i pendolari possano superare questa diffidenza”. A queste preoccupazioni ha subito cercato di dare una risposta lo stesso ministero statale dei Trasporti in un comunicato: “I cittadini dovrebbero utilizzare con fiducia i mezzi pubblici quando ne hanno bisogno. i nostri veicoli e le nostre stazioni non sono mai state così pulite e disinfettate a fondo. Abbiamo anche aggiunto corse supplementari, e l’obbligo di indossare le mascherine sui treni, tram e autobus fornirà un’ancora maggiore protezione per tutti i passeggeri”.
Il vice Chief Health Officer del Victoria Allen Cheng ha ribadito di essere “relativamente fiducioso” che non vi siano casi di trasmissione comunitaria del Covid-19 in Victoria, ma ha esortato alla prudenza: “Vorremmo incoraggiare i datori di lavoro ad essere flessibili per quanto riguarda gli orari lavorativi, consentendo ad esempio orari d’inizio scaglionati, in modo da evitare che tutti debbano andare e venire nello stesso momento”.
Il direttore esecutivo del Property Council of Australia Danni Hunter, dal canto suo, ha definito il via libera al ritorno di un maggior numero di persone sui posti di lavoro “una giusta decisione” dopo le severe restrizioni degli scorsi mesi. “È una buona notizia soprattutto per il CBD di Melbourne, le cui attività commerciali rappresentano un quarto dell’intera economia statale e ben il 7% del prodotto interno lordo australiano. Aiuterà tantissime piccole imprese che hanno fatto fatica finora a stare a galla in questo difficile periodo.
E’ estremamente positivo che sia possibile tornare ad assaporare un qualche livello di normalità, e a incontrare la gente di nuovo di persona sul posto di lavoro”, ha concluso Hunter.
Prima della pandemia quasi mezzo milione di persone si recava ogni giorno al lavoro nel CBD della capitale statale, dando lavoro a migliaia di aziende nel settore della ristorazione. “Ecco perché è importante che questi lavoratori ritornino, se è possibile farlo in sicurezza, perché ogni lavoratore in più nel CBD significa un cappuccino in più venduto nei nostri caffè”, ha sostenuto il Lord Mayor di Melbourne Sally Capp.
Secondo un sondaggio commissionato di recente dalla Fair Work Commission, però, solo il 5% dei lavoratori che hanno finora lavorato da casa hanno espresso il desiderio di ritornare negli uffici a tempo pieno. La maggior parte degli interpellati ha espresso il desiderio di continuare ad usufruire del telelavoro almeno per una parte della settimana lavorativa.