CANBERRA - Il primo ministro Anthony Albanese ha definito la decisione “nel migliore interesse nazionale”, spiegando che l’obiettivo si basa su solide basi scientifiche e sul parere indipendente della Climate Change Authority (CCA).
Per sostenere la transizione, il governo ha annunciato un pacchetto di 8,27 miliardi di dollari, che comprende 5 miliardi per un nuovo Net Zero Fund, 2 miliardi per potenziare la Clean Energy Finance Corporation, 1,1 miliardi per lo sviluppo di carburanti puliti e 85 milioni per programmi di efficienza energetica per famiglie e imprese.
Il piano climatico - pubblicato insieme al nuovo target - delinea le misure per decarbonizzare elettricità, industria, trasporti e agricoltura, oltre a spingere su batterie, cattura del carbonio e rimozione delle emissioni.
La CCA ha avvertito che per raggiungere l’obiettivo sarà necessario quadruplicare la capacità eolica, triplicare quella solare su larga scala, raddoppiare il fotovoltaico domestico e portare metà delle vendite di auto a modelli elettrici entro il 2035.
Il ministro per il Cambiamento Climatico Chris Bowen ha sottolineato che il governo ha scelto “il massimo livello di ambizione possibile” e che la transizione energetica rappresenta un’enorme opportunità economica, se gestita correttamente. Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha presentato le proiezioni economiche: con un obiettivo ordinato, il PIL pro capite nel 2050 sarebbe superiore di 2100 dollari rispetto a uno scenario senza riduzioni e i salari reali del 2,5% più alti.
Non tutti però si sono detti soddisfatti. L’Australian Conservation Foundation ha definito l’obiettivo “troppo cauto”, mentre il Smart Energy Council sostiene che il 70% dovrebbe essere il minimo per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C. Dall’altro lato, le imprese temono che andare oltre il 70% possa mettere a rischio centinaia di miliardi di dollari di esportazioni, in particolare nel settore del carbone e del gas.
Il governo ha segnalato la possibilità di rafforzare il Safeguard Mechanism, introdurre tariffe sul carbonio per le importazioni e fermare il disboscamento di foreste primarie. Il target sarà formalmente presentato la prossima settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove altri leader mondiali annunceranno i propri impegni per il 2035.
Per Albanese, questa è anche una mossa di immagine: mostrarsi serio sul clima senza trovarsi a dover pagare un prezzo politico troppo alto.