BAHIA BLANCA – Una città dove la presenza italiana ha addirittura plasmato la lingua. A Bahia Blanca, poco più di 300mila nel Sud della Provincia di Buenos Aires, gli italiani nel 1914 rappresentavano il 20 per cento circa della popolazione.
Le loro tracce sono ovunque, in particolare nei nomi di ristoranti, negozi di prodotti gastronomici, boutique di moda…
Esiste persino una caratteristica della parlata, il pero bahiense, collocato a fine frase, come rafforzativo. Per esempio: “Eh, la pasamos linda, pero” (“Ci siamo divertiti, però!”).
È una costruzione sintattica che non appartiene allo spagnolo e non si registra in nessun’altra città dell’Argentina.
“È una città industriale – dice Bruno Cimatti, ricercatore che studia la storia della comunità italiana come borsista post-dottorato del Conicet (il Consiglio nazionale che finanza la ricerca in scienza e tecnologia) –. Qui si trova il porto di acque profonde più importante dell’Argentina”.
La città è anche sede di un consolato, a cui fa riferimento tutto il Sud del Paese dalla Patagonia fino alla Terra del Fuoco.
Bruno, con un gruppo di altri discendenti di italiani, fa parte della Red de jóvenes italianos de Bahia Blanca (Rete dei giovani italiani di Bahia Blanca), con l’obiettivo di rivitalizzare la partecipazione dei giovani tra i 18 e i 35 anni di tutta la circoscrizione consolare.
“L’idea è creare un ‘palestra’, senza divisioni regionali, dove si possa sviluppare il proprio progetto di partecipazione alla vita della comunità – spiega –. Dopodiché ognuno troverà il proprio spazio in un’associazione”.
Alcuni questo spazio già ce l’hanno. “Alcune ragazze sono cresciute nell’associazione calabrese – spiega Bruno –. Io vorrei rivitalizzare il circolo emiliano-romagnolo. Il mio bisnonno era di Castrocaro Terme, in provincia di Forlì”.
La Rete si basa su tre pilastri. Uno è costituito dalle pagine Facebook e Instagram, usate per diffondere informazioni su iniziative organizzate dalla collettività, borse di studio, musica…
Poi c’è il programma radiofonico Pizza, birra, radio, in onda il sabato dalle 19 alle 20 su Radio Nacional Bahia Blanca. “Parliamo delle tendenze musicali in Italia, ma anche di politica” dice Cimatti.
Il gruppo dei giovani che si occupano del programma radiofonico Pizza, birra, radio.
Lo scorso anno, prima delle elezioni in Italia, il programma ha organizzato un dibattito invitando tutti i partiti delle liste dell’America del Sud.
“Ci è sembrato importante – spiega –. Tanti cittadini italoargentini ricevono la busta per votare ma non hanno idea di come funzioni il sistema”.
Infine, per favorire la diffusione della lingua e lo scambio di libri, vengono organizzati gli incontri di Parliamo, con cadenza trimestrale.
“Non è un corso di italiano, ovviamente – dice Bruno – ma incontri di conversazione, divisi su tre livelli, su temi specifici. E per chi vuole portare i bambini, c’è uno spazio anche per loro”.
Tutti gli anni la Rete accoglie alcuni giovani italiani che fanno servizio civile con il Modavi (Movimenti delle associazioni di volontariato italiano).
“Per noi è un’occasione per scoprire l’Italia di oggi, la visione dei giovani – dice Bruno –. E a nostra volta facciamo conoscere la realtà della nostra generazione di italo-argentini. Sono uno storico, per me il passato è imprescindibile per capire il presente. Ma possiamo anche costruire vincoli verso il futuro”.