ROMA - L’arrivo dei dati di luglio dell’Istat sull’occupazione confermano un trend in miglioramento fatto di piccoli passetti della situazione occupazionale in Italia. Rispetto a quello di giugno, infatti, luglio segna un calo della disoccupazione dello 0,1%, portando il dato su base nazionale al 9,3%. A imprimere questa piccola spinta positiva sono soprattutto i giovani, impiegati nei mesi estivi nel lavoro stagionale presso le maggiori località balneari e questo si riflette anche su un calo della disoccupazione giovanile di 1,6 punti percentuali, che portano il dato per la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni al 27,7%.
In numeri assoluti significa che rispetto a giugno ci sono 29mila persone in meno in Italia che sono in cerca di un posto, ma che ciò significhi un inserimento di questi soggetti nel mondo del lavoro non è così scontato, non solo perché non si è assistito allo stesso tempo a un aumento dell’occupazione, il cui tasso risulta infatti stabile al 58,4%, ma anche perché nello stesso mese risultano aumentati di 28mila i cosiddetti inattivi, ossia coloro che un lavoro non ce l’hanno e nemmeno lo cercano, che raggiungono ora la quota monstre di 13 milioni 491mila.
Per poter vedere il bicchiere mezzo pieno, spiega però l’Istat, basta concentrarsi sui mesi precedenti a quello di luglio, che hanno registrato cumulativamente una crescita di 550mila occupati. Numeri importanti permessi dalla fine dei lockdown e dalla riapertura di quasi tutte le attività, ma che sono ancora inferiori di 260mila unità rispetto ai tempi pre-Covid. Ad aumentare, poi, sono stati soprattutto i lavoratori dipendenti (+ 502mila), ma nella gran parte dei casi (377mila) con contratti a termine. Mentre continua la discesa del numero dei lavoratori autonomi (- 62mila).