MELBOURNE - Gran parte della città e delle aree circostanti potrebbe essere riconosciuta come territorio di titolo nativo avendo i Wurundjeri Woi-wurrung hanno presentato una storica domanda alla Corte Federale. L’azione legale mira a ottenere il riconoscimento dei diritti culturali e tradizionali del popolo, nonché della sua connessione continua con la terra e le acque della regione.

L’area rivendicata si estende per migliaia di chilometri quadrati, includendo quasi tutta la Melbourne metropolitana: a nord oltre la Great Dividing Range, a ovest fino al Werribee River, a est verso Mount Baw Baw e a sud fino al Mordialloc Creek.

I Wurundjeri chiedono il diritto di “parlare per la propria terra”, accedervi, proteggerne i siti sacri e prendere parte alle decisioni che ne riguardano la gestione. Hanno chiarito che la richiesta non intacca le proprietà private né le infrastrutture pubbliche, ma riguarda principalmente terre della Corona e zone di interesse ambientale.

“È tempo che le nostre leggi e i nostri costumi siano riconosciuti”, ha dichiarato l’anziano Perry Wandin, ricordando l’impegno del suo popolo nella tutela della cultura e dell’ambiente intorno a Melbourne. Anche Aunty Di Kerr ha definito la causa “un atto di rispetto e riconoscimento”: “La nostra connessione con il Paese esiste da sempre nella verità, ora deve esserlo anche nella legge”.

Il titolo nativo, riconosciuto dal diritto australiano dal 1993, consente alle comunità indigene di esercitare diritti tradizionali su aree pubbliche in base alle loro leggi ancestrali. Nel Victoria, sono già stati concessi sette titoli nativi, ma la richiesta dei Wurundjeri è la prima a coinvolgere una grande città come Melbourne.

La premier Jacinta Allan ha espresso sostegno alla comunità, definendo la richiesta “un passo positivo per rafforzare il legame tra i tradizionali custodi e il territorio”.

Il processo legale, sostenuto dallo studio Slater and Gordon, sarà valutato dal National Native Title Tribunal. Nel frattempo, i Wurundjeri hanno ribadito la volontà di collaborare con il governo statale e con altri gruppi tradizionali: “Vogliamo camminare insieme. È il momento della verità, del rispetto e dell’unità”, ha detto Wandin.