Il luogo preferito per molti figli e nipoti di immigrati italiani è certamente la cucina della nonna. Una stanza in cui si creano relazioni e si costruiscono ricordi, uno spazio dove nascono dialoghi e confronti, un punto di riferimento.
Lo spettacolo La Nonna presentato giovedì 12 settembre come parte del vasto programma del Melbourne Fringe Festival, e in scena fino a domenica 29 settembre, affronta lo speciale rapporto tra una nonna e suo nipote, raccontando agli spettatori le loro storie, e celebrando l’identità matriarcale delle donne italiane in Australia.
Ispirato a una storia vera, quella della famiglia del regista e attore queer Samuel Dariol, che interpreta la parte di sua nonna in versione drag queen e racconta la sua storia d’emigrazione. Sul palco de The Rattlesnake Saloon di Carlton, insieme a Samuel, si sono esibiti gli artisti Anna Cerreto e Rhys Patea in una performance prodotta da Adam Grima e diretta da Lana Nguyen; appena entrati in sala, sembrava di essere arrivati a casa di Nonna, in uno spazio intimo e familiare.
Tra il pubblico molti spettatori di origine italiana ma non solo, seduti a dei tavoli condivisi ad assaggiare salami e mozzarelle offerti dalla casa: il tutto mentre si seguiva una settimana nella vita di una nonna, intenta a raccontare le sue esperienze dal tavolo della sua cucina. Tra un piatto di pastina e dei biscotti fatti in casa, la nonna ha raccontato della guerra in Sicilia, del suo arrivo in Australia e di come sia stata difficile la vita in un Paese nuovo: “Mia nonna Santina ha seguito il marito in Australia dopo il matrimonio. Scappavano dalla povertà e la miseria verso la terra delle opportunità. Una volta arrivati, nulla fu facile e, come rappresentiamo nello spettacolo, ci fu molta violenza domestica”, ha raccontato Samuel durante un’intervista al giornale.
Un problema comunissimo a quei tempi, ma non riconosciuto dai medici, era la depressione, che portava a violenze domestiche e abusi: “Mio nonno abbandonò mia nonna per tornare in Italia, lasciandola sola con quattro figli. Non porto il suo cognome, ma ho preso quello di mio nonno acquisito. Non ho mai incontrato mio nonno, ma tramite lui posso ottenere il passaporto italiano”.
Gli spettatori, durante la serata, incontreranno anche il nipote Samuel sul palcoscenico, che esplorerà la tematica dell’identità, sul cosa significhi essere italiano per lui e per molti italiani di terza generazione: “Da piccolo rifiutavo la parte italiana in me, la vedevo legata a un mondo virile che non mi rappresentava: il calcio, un certo modo di vestire, come i pantaloni a vita bassa, la passione per le macchine”.
Da piccolo Samuel aveva anche un rifiuto verso lo studio della lingua, fino al momento del coming out con la sua famiglia, l’accettazione di se stesso e una riflessione sulla propria identità: “Non so quale sia il modo più corretto di essere italiano, o anche cosa significhi essere australiano. Per certo so che non sono l’unico a sentirsi così”. Seppure la storia sia stata trasformata in versione drag queen, non significa che gli argomenti trattati siano frivoli: “Siamo il prodotto della nostra famiglia, e loro sono una parte di noi. Così ho deciso di rappresentare mia nonna in versione queer, per impersonare chi sono e da dove vengo”, ha concluso Samuel.
Risate e riflessioni a La Nonna, che ci spiegherà anche il segreto per una vita lunga e felice: “La donna più longeva al mondo ha appena compito 117 anni. Il suo segreto? Due uova crude al giorno e senza marito”.
Per informazioni sullo spettacolo, si prega di consultare il sito: https://melbournefringe.com.au/
ROBERTA VITIELLO