Prima come primo ministro dal 2003, e poi, dal 2014, come presidente eletto a suffragio popolare, Erdogan ha mostrato i muscoli della Turchia come potenza regionale, ha sostenuto la causa islamista e ha saputo imbrigliare l’opposizione.
Erdoğan ha ringraziato i sostenitori che gli hanno affidato la responsabilità di governare per i prossimi cinque anni.
“L’unico vincitore è la Turchia”, ha detto dall’alto di un autobus a Istanbul.
Il consiglio elettorale turco ha reso noto che Erdoğan ha vinto il ballottaggio con il 52,14% dei voti.
Il suo sfidante, Kemal Kılıçdaroğlu, ha parlato di “elezione più ingiusta degli ultimi anni”, ma non ha contestato il risultato.
Queste presidenziali erano state viste come una una svolta cruciale nella storia del Paese.
Dopo decenni l’opposizione aveva una concreta possibilità di spodestare Erdoğan cogliendolo in un momento di debolezza in quanto la sua popolarità aveva risentito delle scelte economiche adottate, scelte che hanno coinciso con una crisi per il costo della vita.
L’affermazione di ieri rafforza l’immagine di invincibilità dell’uomo che, da quando è al potere, è stato capace di ridisegnare la politica interna, l’economia, la politica estera nei panni di paese membro della NATO, riposizionando la Turchia come potenza regionale.
La prospettiva di altri cinque anni di governo Erdogan è un duro colpo per l’opposizione che lo accusa di aver minato la democrazia accentrando il potere nelle sue mani, accusa sempre respinta da Erdogan.
La sconfitta di Kılıçdaroğlu viene accolta con disappunto dai paesi dell’Alleanza atlantica (Nato), sempre più allarmati dai legami che Erdoğan ha stretto con il presidente russo Vladimir Putin.
La vittoria di Erdoğan estende il suo mandato in qualità di leader più longevo da quando Mustafa Kemal Ataturk fondò la moderna Turchia facendola rinascere, un secolo fa, dalle rovine rovine dell’Impero Ottomano.
Erdoğan, capo del partito AK di matrice islamista, ha fatto appello agli elettori con una retorica nazionalista e conservatrice durante una campagna controversa che ha distolto l’attenzione degli elettrori dai problemi interni di natura economica.
Con l’occasione del discorso di vittoria, ha attaccato nuovamente l’opposizione, condannandone la propensione pro-LGBT.
Kılıçdaroğlu, che aveva promesso di avviare il paese su un percorso più democratico e collaborativo, ha mostrato rammarico per l’esito negativo del ballottaggio.
“Tutti i mezzi dello stato sono stati posti ai piedi di un solo uomo”.
La vittoria di Erdoğan ha spezzato le speranze dell’opposizione, speranze riposte nella convinzione che la risposta inizialmente lenta del governo ai devastanti terremoti dello scorso febbraio, nei quali persero la vita più di 50mila persone, sarebbe stata punita dalle urne.