Edificato in un’epoca in cui cominciava a evolversi rapidamente un’identità culturale australiana, il Preston Market è cresciuto fino a trasformarsi in una rinomata abbondanza di valori e tradizioni, in un luogo in cui celebrare il multiculturalismo.

Il mercato per eccellenza dell’area nord-orientale di Melbourne continua ancora oggi a evolversi, oltre i suoi cinquant’anni di attività, nonostante la cittadinanza locale tema di perdere “il battito del cuore pulsante della comunità”.

La lunga battaglia per il futuro dell’area commerciale, che non si arresta ormai da anni, è diventata anche un’accesa questione elettorale statale lo scorso novembre.

È infatti dal 2018 – quando, su pressioni del Darebin City Council, l’allora ministro della Pianificazione, Richard Wynne, aveva richiesto al Victorian Planning Authority di rivedere i progetti proposti dai proprietari Salta Properties e Medich Corporation – che il mercato resta al centro di accese polemiche. Lo scorso marzo 2022, lo stesso ministro aveva richiesto la revisione del piano strutturale da parte di un comitato consultivo permanente per valutare i meriti dello schema proposto.

A qualche giorno fa risale la notizia di ulteriori controlli da parte del nuovo ministro della Pianificazione, Sonya Kilkenny, “per proteggere il patrimonio storico ed estetico, tecnico e sociale del mercato”. Secondo quanto dichiarato, saranno introdotti un ‘Heritage Overlay’, per fugare ogni dubbio sull’importanza effettiva dell’area commerciale, e il ‘Development Plan Overlay’, perché considerato un sito di sviluppo strategico nei pressi della stazione di Preston e all’interno del Preston High Street Major Activity Centre, posizione chiave per fornire ulteriori alloggi e opportunità di lavoro.

Il ministro introdurrà nei prossimi mesi un emendamento al piano urbanistico per attuare tali modifiche.

“Stiamo proteggendo il Preston Market, assicurandoci che rimanga un punto di riferimento sociale e culturale, affinché le generazioni future possano goderne – ha dichiarato il ministro Kilkenny –. Abbiamo sentito che preservare il mercato è una priorità, ed è quello che faremo”.

Il sindaco di Darebin, Julie Williams, ha risposto positivamente al recente annuncio, dichiarando di “apprezzare che il ministro ritenga necessario ulteriore lavoro per proteggere l’area”.

“Ci siamo battuti con forza contro la demolizione del mercato e affinché l’attuale posizione dei capannoni rimanga al suo posto e sembra che il governo abbia ascoltato questo messaggio – ha dichiarato –. Ci sono alcuni segnali positivi e forse il mercato sarà protetto, tuttavia il ministro prenderà la decisione finale nei prossimi mesi”.

Il Comune si impegnerà in ogni caso “a esaminare attentamente il rapporto SAC per comprendere le raccomandazioni sul futuro del Preston Market Precinct”.

Intanto, il gruppo di attivisti promotori della campagna ‘Save the Preston Market’ continua a richiedere pubblicamente che “il mercato sia venduto al governo statale”.

A una richiesta di commento, Il Globo non ha ricevuto risposta.

Eppure sono in tantissimi i commercianti, vero cuore pulsante del mercato, che al contrario approvano e condividono il progetto di rinnovo proposto dai proprietari dell’area commerciale. Sam Tarascio, founding director di Salta Properties, ha difatti deciso di rispondere a quella che lui considera una ondata di disinformazione degli ultimi anni, recandosi personalmente al Preston Market per dialogare con gli esercenti e mostrare loro i dettagli del piano avanzato.

Un’immagine indicativa dell’area del mercato da Cramer Street

“L’infrastruttura alla base, un tempo usata come fogna, oggi è composta da tubi allentati, legati col tempo a causa del movimento del suolo. Tutto si sta aprendo e l’infrastruttura sta crollando. Verrà il momento in cui potenzialmente il mercato dovrà chiudere a causa del suo collasso – ha spiegato Tarascio –. Per riparare il danno, bisognerebbe frenare le attività, ma significherebbe perdere clienti. E l’amministrazione comunale non comprende che sia impossibile lavorare un blocco alla volta. Ecco perché riteniamo necessario creare spazio e spostare i commercianti in un’altra area del terreno così che possano continuare a esercitare durante i lavori”.

Secondo la proposta originale, ormai messa in discussione, il sito del mercato sarebbe stato riallineato a 25 metri a est; i banchi di frutta e verdura, che hanno valore di patrimonio locale, sarebbero stati mantenuti, e la dimensione totale del mercato resterebbe quasi la stessa con un minimo restringimento di 324 m2.

Inoltre, il parcheggio presenterebbe spazio per oltre 350 auto in più e il design del mercato stesso resterebbe coerente a quello attuale, “assolutamente non come un centro commerciale”, ha sottolineato Tarascio.

I proprietari del mercato avevano inoltre proposto la realizzazione di 2200 appartamenti – ridotti poi a 1200, su richiesta del ministro della Pianificazione nel 2021 – “per rendere il sito finanziariamente fattibile e sostenibile”, progettati con il metodo ‘build-to-rent’ per mantenere la proprietà e la gestione dell’edificio.

Un rendering dell’area dedicata alla frutta e verdura all’interno del mercato

“Spesso ci sono cento appartamenti e cento proprietari differenti, e gli inquilini non vengono adeguatamente assistiti. In questo modo, ci assicureremo che gli affittuari siano sempre tutelati – ha spiegato –. Gli appartamenti sovvenzionano il mercato perché quando realizzi un progetto così grande, c’è bisogno di equilibrio. Inoltre, i commercianti si ritroverebbero circa 5mila clienti in più sulla soglia del mercato. Ho voluto mostrare loro il progetto in dettaglio, perché vogliamo allontanare ogni sorta di storie che negli anni sono state diffuse”.

A causa delle continue incertezze sul futuro del Preston Market, i proprietari del mercato non possono intanto fornire contratti di locazione a lungo termine, “perché se domani scoprissimo che l’area commerciale deve chiudere, potremmo essere ritenuti responsabili per il suddetto contratto”.

“Molti di loro hanno lavorato per venti, trenta, quaranta anni e oggi il valore aziendale è pari a zero. E posso capirlo, per questo ho voluto incontrarli – ha aggiunto –. Ho promesso loro che, una volta ricevuta l’approvazione, anche se i lavori impiegheranno anni, darò loro un contratto d’affitto immediato perché potrò aggiungere una clausola che fa riferimento al mercato in costruzione”.

Al recente annuncio del ministro Kilkenny, Tarascio ha sottolineato come “nulla sia cambiato” e l’unica soluzione sia “continuare a lavorare con gli esercenti in modo che non perdano il proprio sostentamento”.

Kristian Gandolfo e la collega Tamsyn Staeh mostrano i manifesti a favore del piano proposto dai proprietari del Preston Market

Per Kristian Gandolfo, proprietario di ‘Mariluci’, laboratorio di pasta fresca, fondato da sua madre Maria Gandolfo ben vent’anni fa, “c’è ancora molto da fare”, ma si è detto fiducioso e crede nel progetto originale proposto dai proprietari del terreno.

“Sembrerebbe l’unico piano che ci assicura un commercio continuo, la possibilità di restare aperti e continuare a lavorare – ha dichiarato –. Attenendoci alla visione di altri, significherebbe chiudere il mercato per riqualificarlo. È una situazione molto complessa”.

All’annuncio del governo statale, Gandolfo non ha espresso particolare entusiasmo, perché “non fornisce ancora alcuna risposta definitiva sul loro futuro”.

“Un contratto di locazione e la possibilità di continuare a esercitare: è questo quello che interessa a tutti, che siano a favore del progetto oppure no – ha aggiunto –. Finché possediamo questi requisiti, credo che a nessuno interessi davvero cosa succede attorno, appartamenti o lavori vari”.

Giacomo Iaconis (a sinistra) e suo fratello Michelangelo

Anche per Giacomo Iaconis, storico proprietario della ‘Panetteria No 4’, insieme a suo fratello Michelangelo Iaconis, “il piano presentato dai proprietari dell’area commerciale non ha nulla di sbagliato”.

“Non ho alcun problema con i lavori proposti, lo condivido al cento per cento. Mi spiace solo che negli anni ci sia stata tanta confusione – ha dichiarato –. E non lo penso esclusivamente per il mio tornaconto o per la mia attività, piuttosto per il futuro del mercato stesso che potrà quindi sopravvivere per molti anni ancora”.