Il costo dell’energia, gas ed elettricità, unitamente alla crescita del tasso d’inflazione, arrivato a sfiorare lo 8%, sta oscurando tutte le altre questioni attorno alle quali i diversi leader politici dibattono, impostando le loro campagne per le elezioni del prossimo 25 settembre.
Carlo Calenda ha proposto di sospendere la campagna elettorale per dare maggiore spazio all’uscente governo Draghi di studiare possibili contromisure contro i rincari e prendere anche in considerazione uno scostamento di bilancio.
“La mia proposta è quella di un time out di un giorno alla campagna elettorale per prendere l’impegno di sostenere il governo Draghi, di incontrarsi tra tutti i leader, anche se dovessimo fare uno scostamento di bilancio”, ha detto il leader di Azione al Meeting di Comunione e Liberazione.
La spirale fuori controllo della crescita dell’inflazione sta venendo in gran parte determinata dalla impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, lo ha ribadito Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.
“Tutti i giorni assistiamo a un aumento del prezzo del gas. Il governo Draghi può e deve intervenire. Noi abbiamo bisogno di interventi quali un tetto al prezzo del gas, se non viene fatto a livello europeo deve essere fatto a livello nazionale”.
L’allarme lanciato da Bonomi abbraccia un quadro ampio, dove la perdurante crisi energetica “mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro”.
“Uno scenario che desta forte preoccupazione”, ha ammonito il presidente degli industriali sollecitando un immediato intervento del governo e portando a sostegno delle sue parole i dati eleborati da Confcommercio-Imprese che prevedono per l’Italia, per il corrente anno, una spesa per l’energia (nel settore del terziario) di 33 miliardi di euro, tre volte quanto è stato speso lo scorso anno.