ROMA - Si è conclusa ieri, contornata come al solito da uno sciame di polemiche, la prima fase di votazioni per le Primarie del Pd, che ha visto esprimersi solamente gli iscritti ai circoli di partito.

I risultati ufficiali, hanno fatto sapere dal Nazareno, verranno resi noti però solo domenica prossima, perché in Lombardia e nel Lazio, a causa delle elezioni regionali, agli iscritti è stata concessa una settimana aggiuntiva per potersi esprimere. Per avere un quadro completo bisognerà dunque attendere ancora qualche giorno.

Nonostante ciò, dagli ultimi aggiornamenti di sabato, la Commissione nazionale per il Congresso del Pd ha reso noti che, con 45.430 voti espressi, i risultati parziali vedono in vantaggio Stefano Bonaccini con il 52,5% (23.867 voti) delle preferenze, seguito da Elly Schlein al 35% (15.898 voti), Gianni Cuperlo all’7,8% (3.556 voti) e Paola De Micheli al 4,6% (2.109 voti).

Bonaccini avrebbe dunque superato la soglia critica del 50% conquistando, secondo un’analisi del Corriere della Sera, i circoli nelle zone di provincia, soprattutto in Emilia-Romagna, e al Sud. Mentre Elly Schlein avrebbe la maggioranza nei circoli delle grandi città, a partire da Milano, ma anche Bologna, Firenze e Roma, e sarebbe in vantaggio in alcune Regioni del Nord, soprattutto in Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Ancora nessuna informazione certa si ha però sul totale dei votanti, anche perché, mancando due delle Regioni più popolose d’Italia, il dato sarebbe comunque troppo parziale.

Al Nazareno guardano comunque al dato parziale con preoccupazione e sperano che alla fine si raggiunga almeno un 85% di affluenza su un totale di 150mila iscritti di quest’anno, un numero di gran lunga più basso dei 320mila del 2021 e che rende bene lo stato di salute del partito.

Stato di salute che si misurerà anche sulla partecipazione alle Primarie aperte del 26, nelle quali tutti i cittadini potranno scegliere se affidare la guida del partito a Bonaccini o Schlein. Nel 2019, quando venne eletto Nicola Zingaretti, a recarsi ai gazebo furono in 1 milione e 300mila; oggi la segreteria spera di raggiungere almeno gli 800mila partecipanti.

Nel frattempo, ad avvelenare il clima di questi giorni è stata soprattutto la polemica sul tesseramento nel Sud, che ha acceso lo scontro tra i due maggiori candidati e i loro sostenitori. In particolare ci sono stati seri problemi in provincia di Caserta, dopo che in un mese sono state effettuate 7mila nuove iscrizioni al partito e tra questi nuovi iscritti ci sono anche amministratori locali di centrodestra.

Situazione che ha costretto la Commissione nazionale per il Congresso a sospendere le Primarie in quella provincia. Ma Caserta non è un caso isolato. Anche a Cosenza, infatti, in un solo giorno si sono registrati 1600 iscritti, e anomalie sarebbero poi state segnalate a Taranto, in Sardegna, a Salerno (città del governatore De Luca), Benevento e Avellino, tanto che il presidente della Commissione regionale (Franco Roberti, ex procuratore antimafia) non esclude l’annullamento dei voti congressuali, addirittura nell’intera Regione, parlando del rischio di “infiltrazioni camorristiche”.