Il nuovo ambasciatore italiano a Canberra, Paolo Crudele, accompagnato dalla Console generale per il Victoria e la Tasmania, Hanna Pappalardo, è stato gradito ospite nella nostra redazione di Melbourne durante la sua prima tappa al di fuori della capitale australiana dopo l’inizio ufficiale del suo mandato. Nel corso della visita, il capo della diplomazia italiana in Australia ci ha gentilmente concesso un’intervista che, come già riportato su questo giornale, è possibile vedere per intero su Il Globo Tv.
Nel corso dell’intervista, l’ambasciatore Crudele ha ribadito quanto aveva dichiarato immediatamente dopo il suo arrivo a Canberra per ciò che riguarda i due obiettivi principali del suo mandato: la valorizzazione della comunità italiana e il rafforzamento dei rapporti a tutti i livelli fra Italia e Australia.
Il fatto di avere messo la comunità al primo posto sulla sua agenda del fare è decisamente una chiara dimostrazione di conoscenza e apprezzamento della realtà italiana in questo continente. Crudele l’ha sottolineato ribadendo il suo impegno a valorizzarla ulteriormente, ricordando quanto essa sia importante perché oltre a essere “vitale per un Paese a cui ha dato e continua a dare tantissimo”, da un punto di vista strettamente pratico, aiuta “non solo le istituzioni, ma anche le imprese italiane” che già operano e quelle che continuano ad arrivare in questo Paese. “L’ho messa al primo posto tra i miei compiti a casa perché così deve essere, perché come rappresentante della Repubblica italiana sono tenuto a comprendere e sostenere una comunità così importante”.
Paolo Crudele arriva in Australia in un momento di grande interesse e preoccupazione internazionale per un’area geografica molto lontana dall’Italia, ma sempre più significativa, non solo dal punto di vista commerciale ma anche strategico. Gli abbiamo quindi chiesto quanto e come potrà aiutarlo nel suo incarico a Canberra la sua doppia esperienza, anche se risalente ad alcuni anni fa, come Primo consigliere con funzioni di vicario dell’Ambasciatore a Pechino e come Ambasciatore a Singapore.
Crudele ha spiegato che le esperienze asiatiche l’hanno sicuramente molto aiutato a comprendere una parte del mondo in cui “si sviluppano delle dinamiche”, che è importante conoscere e far conoscere. Ha sottolineato la sua soddisfazione per la sua nomina e la possibilità quindi di lavorare in Australia, dove ha presso il posto di una collega (l’ambasciatrice Francesca Tardioli, prematuramente scomparsa, ndr) che “ha fatto un grande lavoro” a cui vuole dare continuità anche perché “ci sono grandi margini di miglioramento sia nei rapporti con l’Australia sia con i Paesi di accredito secondario” (l’ambasciatore a Canberra rappresenta l’Italia anche in altre cinque nazioni insulari del Pacifico, ndr).
“È vero che le dinamiche nell’Indo-Pacifico si stanno un po’ complicando nel fatto che la competizione, che inizialmente è molto economica, si sta trasformando in una sorta di competizione anche geostrategica – ha continuato Crudele –. Spero che il mio bagaglio di esperienza mi dia delle chiavi di lettura. Spero soprattutto che ci sia questo rafforzamento nelle relazioni con l’Australia perché appartenenti comunque a una sorta di alleanza non formale, ma oggettivamente esistente che è quella tra Paesi che condividono dei valori e che sono valori essenziali: la democrazia, la libertà di mercato, il rispetto dei diritti umani”. “Sicuramente sarà mio impegno rafforzare il rapporto con le autorità australiane proprio su quello che ci unisce e quello che può quindi rappresentare un asset condiviso per il mio Paese, per l’Europa e per l’Australia. Spero di riuscire a migliorare quello che è un rapporto molto solido”.
Un rapporto che qualche anno fa poteva essere ulteriormente rafforzato grazie all’appalto, che molti osservatori pensavano cosa fatta, per la nuova flotta di fregate della Marina australiana. Appalto che, come sappiamo, con grande e più che giustificata delusione da parte italiana (data la qualità dell’offerta rispetto a una nave ancora sui tavoli di progettazione, ndr) è invece andato agli inglesi della Bae.
Una decisione arrivata, tra l’altro, a pochi mesi di una progettata visita del capo dello Stato, Sergio Mattarella, che purtroppo non si è concretizzata. Per questo abbiamo chiesto all’Ambasciatore se la missione fosse stata rimessa in agenda ma, come ha fatto notare Crudele, il fatto che siamo in una fase di “avvicendamento politico ferma un po’ tutti i processi” e al momento quindi la visita del capo dello Stato non è in programma.
“I rapporti tra Italia e Australia – ha continuato l’Ambasciatore parlando del suo ruolo - sono, sono stati e saranno di una solidità sempre indiscutibile. Non fosse altro per la nostra presenza come comunità. è talmente apprezzata ed è talmente sentita anche da parte degli australiani che rappresenta senza ombra di dubbio una facilitazione a ogni livello”.
Rapporti economici e commerciali buoni che comunque, è stato fatto notare, possono sempre essere migliorati. “Le nostre aziende – ha detto Crudele - hanno grandi interessi a instaurare relazioni con l’Australia, soprattutto in alcuni settore-chiave che avranno un grande slancio nei prossimi mesi e anni perché sono stati segnalati dall’attuale nuovo governo australiano come prioritari: pensiamo alla transizione ecologica, ma pensiamo anche alle infrastrutture e al settore aerospaziale”, campo in cui in quest’ultimo esiste già un ottimo rapporto a livello bilaterale che può ovviamente essere potenziato. “Quindi non ci sono ostacoli di fronte ai quali ci si ferma. Si va avanti. Infatti, ci sono tutte le prospettive perché Australia e Italia possano collaborare al meglio, non solo perché ci sia più Italia in Australia, perché è il mio mestiere, ma è anche il mio mestiere perché ci sia più Australia in Italia. è una partita che si gioca in due, di reciproca convenienza”.
L’Ambasciatore – a proposito della nuova spinta che sembra esserci con l’amministrazione Albanese proprio in campo ambientale – ha sottolineato che l’Italia ha, nel settore, aziende di primissima qualità: dai pannelli fotovoltaici ai moltissimi processi che necessitano di infrastrutture dedicate per favorire questa transizione ecologica e “aiutare, se vogliamo, questo governo australiano a raggiungere quello che è un obiettivo sulla riduzione delle emissioni molto ambizioso”. Facendo notare che le opportunità di collaborazione sono aperte a tutti perché quella della libera apertura economica è un altro dei valori che i nostri due Paesi condividono e che “gli australiani sono assolutamente desiderosi di aprire le porte alle aziende italiane che portino un valore aggiunto al loro capitale industriale e sicuramente da questo punto di vista ci saranno delle aziende italiane che sapranno farsi valere sulla scorta di quelle che sono le priorità disegnate proprio dall’attuale governo australiano”.
Toccato anche l’argomento della sensibilizzazione sull’immagine dell’Italia dal punto di vista della sua capacità produttiva e innovativa, che è ormai un patrimonio molto condiviso. “Ciò non toglie – ha spiegato Crudele facendo riferimento alle campagne in merito promosse a più riprese dalla Farnesina - che bisogna continuare a spingere sull’acceleratore e comunicare una realtà veramente complessa e articolata dell’economia italiana, che ha degli assi portanti che sono indiscutibili, come i settori più tradizionali dell’agroalimentare e della moda, che sono ovviamente dei pilastri della nostra immagine all’estero e come tali vanno tutelati e vanno promossi, ma anche tutta quella parte della nostra economia che è un po’ meno conosciuta. E su quello è mia intenzione, e intenzione della rete consolare, continuare a spingere moltissimo”.
Sulla doppia corsia di sviluppo dei rapporti, le opportunità, cioè, per l’Australia di avere maggiori interessi commerciali e di investimenti in Italia, Crudele ha indicato di augurarsi che vada a buon fine il trattato di libero scambio e di poter indicare, nonostante sia qui da poco, alcune grandissime specificità nel settore dei servizi dell’Australia e in particolare nei servizi finanziari e nelle tecnologie applicate ai sistemi bancari e assicurativi. L’Ambasciatore, sempre parlando di maggiore presenza dell’Australia in Europa e in Italia in particolare, ha anche sottolineato la ricchezza di materie prime che l’Australia possiede di cui l’Italia e l’Europa hanno bisogno.
Qualche battuta anche sulla diffusione della cultura e della lingua italiana. La presenza degli Istituti di cultura a Melbourne e Sydney dimostrano, secondo il diplomatico, quanto Roma ci creda in questo campo, e per quanto riguarda l’insegnamento della lingua è stato sottolineato l’ottimo lavoro che già viene fatto in merito dagli enti gestori come il Co.As.It. “Noi come istituzioni siamo indubbiamente chiamati a dare un sostegno a quell’associazionismo che sul terreno fa già tanto e che spesso non ha bisogno solo di strumenti, di risorse finanziarie, o comunque non in maniera così prioritaria”. “Queste associazioni – ha continuato Crudele - spesso e volentieri hanno bisogno di accompagnamento, di essere sostenute, e la nostra rete è tenuta, appunto, a dare questo supporto”. Ovviamente, ha riconosciuto Crudele, l’aspetto finanziario non è certamente secondario, ma importante è continuare a tessere contatti con le autorità locali a tutti i livelli e cercare, sempre a tutti i livelli, compreso quello universitario, di intercettare quella domanda che c’è per l’italiano, anche di quei giovani di origini italiane che stanno riscoprendo il Belpaese e che, dell’Italia, vogliono anche capire la lingua, per approcciarlo in una maniera più compiuta.
L’Ambasciatore in proposito ha colto l’occasione per ricordare che dal 17 al 22 ottobre si terrà la ‘Settimana della lingua italiana’: “Per cui ci sono numerose iniziative che stiamo organizzando in tutto il Paese. Sarà un momento non solo culturale della nostra lingua – ha detto - ma anche di monitoraggio, di valutazione dei risultati finora conseguiti e degli obiettivi che ci possiamo prefiggere. Quindi, sarà un momento molto importante anche per darci una prospettiva proprio per favorire la promozione della nostra lingua”.
Turismo di ritorno per riscoprire le proprie origini grazie a nuovi programmi sviluppati dalla Farnesina e, in particolare, dalla Direzione degli italiani all’estero, qualche consiglio per i giovani italiani che vengono in Australia e in chiusura giusto un brevissimo messaggio di massima disponibilità delle autorità diplomatiche in generale, e sue in particolare, nei confronti di tutti i connazionali augurandosi di “poter essere all’altezza di quello che si rappresenta in un Paese come l’Australia”.