CANBERRA - In questi giorni, il primo ministro Anthony Albanese si trova sotto i riflettori per i suoi rapporti con Qantas e per le frequenti promozioni di volo offertegli dalla compagnia aerea. In particolare, l’ex CEO di Qantas, Alan Joyce, avrebbe agevolato diversi benefici per Albanese, che però sostiene di non averne mai fatto un mistero.
Grazie al libro dell’ex editorialista dell’Australian Financial Review Joe Aston, che rivela dettagli sull’aerolinea nazionale e i suoi legami con i politici, la faccenda è diventata di dominio pubblico. Tuttavia, Albanese non è l’unico a trarre vantaggi della generosità di Qantas.
Ieri il leader dell’opposizione Peter Dutton, citando una presunta violazione del codice di condotta ministeriale, ha invitato Albanese a riferire se stesso all’Organo di controllo nazionale contro la corruzione.
In merito, le norme parlamentari richiedono che i deputati dichiarino interessi, beni, ospitalità e viaggi sponsorizzati, regali sopra i 750 dollari, e qualsiasi altro vantaggio che possa creare conflitti di interesse con il loro ruolo pubblico.
Nel registro pubblico, disponibile online, è possibile trovare benefici di ogni tipo: ad esempio, il leader dei Nationals, David Littleproud, riceve ogni anno un prosciutto natalizio da Australian Pork Limited, mentre il deputato laburista Julian Hill ha ricevuto una statua a sua immagine da un elettore. Ma le informazioni più rilevanti riguardano l’iscrizione di quasi tutti i parlamentari al Qantas Chairman’s Lounge e ai frequenti aggiornamenti di classe sui voli. Anche il leader dell’opposizione, Peter Dutton, e quello dei Verdi, Adam Bandt hanno usufruito di questi vantaggi.
Secondo Aston, ciò che rende discutibile il comportamento di Albanese è l’aver ricevuto e sollecitato promozioni gratuite quando era ministro dei Trasporti ai tempi del governo Gillard, un ruolo in cui regolava il settore aereo, Qantas compresa. Aston sottolinea che l’opinione pubblica è stanca di politici che accettano regali, una mentalità che secondo lui “non passa il pub test”.
L’insoddisfazione degli australiani verso i privilegi politici è palpabile, e il rischio è che questa insofferenza si diffonda ulteriormente. Sarà forse giunto il momento per la politica di riflettere sulla trasparenza e sulla integrità del proprio operato?