TORINO - Il Tribunale di Torino, chiamato dalla Cassazione a rideterminare le pene per l’anarchico Alfredo Cospito e la sua compagna Anna Beniamino Saluzzo, ha accolto le eccezioni della difesa e deciso di inviare alla Consulta la decisione sulla concessione o meno delle attenuanti per i due imputati.

La Procura, che si oppone a qualsiasi limitazione di pena, ha invece chiesto l’ergastolo ostativo per il primo e 27 anni di carcere per la seconda. Il processo si riferisce ai pacchi bomba alla caserma degli allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nel 2006, attentato che non ha provocato morti o feriti, ma per il quale Cospito è stato già condannato a 20 anni in primo grado ed è attualmente sottoposto al regime di carcere duro del 41 bis (quello previsto per i mafiosi più pericolosi). Ad oggi si trova in isolamento presso il carcere di Sassari, dove da 50 giorni è in sciopero della fame.

Cospito è stato anche condannato per aver gambizzato nel 2012, a Genova, l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ed è finito al centro dell’indagine denominata Scripta Manent, perché considerato, insieme alla compagna,  l’ideologo dell’organizzazione FAI/FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale). 

Durante l’udienza un gruppo di anarchici si è radunato in presidio davanti a Palazzo di Giustizia ed è sfilato in corteo per le strade di Torino tra cori inneggianti la libertà degli imputati e il lancio di alcune bombe carta. 

Per rappresaglia contro le condanne pesantissime inflitte a Cospito, lo scorso 2 dicembre, ad Atene, gli anarchici ellenici hanno incendiato la macchina di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia e sorella della deputata Pd oggi in corsa per la segreteria. 

Ma atti di protesta e scritte contro la detenzioni di Cospito erano già andati in scena ad Atene anche lo scorso ottobre e a Milano in diverse occasioni solo negli ultimi mesi. 

Durante l’udienza di lunedì Anna Beniamino, collegata dal carcere di Rebbibia a Roma, ha parlato di “processo politico” per “una strage senza strage attribuita senza prove”. Durante le sue dichiarazioni spontanee alla Corte, invece, Alfredo Cospito si è rivolto così ai giudici: “La magistratura italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà. Si è preferito l’ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno”. E tuttavia, ha proseguito l’imputato, “non soddisfatti, si è deciso, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, di tapparmi la bocca per sempre con il 41 bis”.