Se la maggioranza dei magistrati della corte del TSE dovesse essere d’accordo, a Bolsonaro potrebbe essere impedito di candidarsi alle elezioni per i prossimi otto anni.

Il Pubblico ministero, secondo quanto riferisce il quotidiano brasiliano ‘O Globo’, si è detto convinto che il leader di estrema destra abbia commesso un “abuso di potere politico” seminando sospetti infondati sulla legittimità delle urne elettroniche che il Brasile ha utilizzato nelle sue elezioni sin dal 1996.

L’azione promossa dalla Procura federale si basa su una denuncia del Partito democratico laburista (Pdt, del suo acronimo in portoghese) presentata dopo l’incontro di Bolsonaro con un gruppo di 40 ambasciatori il 18 luglio presso la residenza presidenziale.

In quell’incontro, trasmesso in diretta sui canali ufficiali, l’allora presidente ha insistito sul fatto che le elezioni del 2018, da lui vinte al secondo turno, “non sono state del tutto trasparenti” e ha citato anche presunte irregolarità verificatesi nel 2014, quando l’allora presidente Dilma Rousseff è stata rieletta.

Bolsonaro aveva anche detto che alcuni dei membri del Tribunale elettorale e della Corte Suprema avevano “chiari legami” con “la sinistra” e li ha accusati di avvantaggiare Lula con le loro decisioni.

Secondo ‘O Globo’ dopo il parere della Procura, l’ultima fase dell’istruttoria giudiziaria, si prevede che il caso venga giudicato “tra la fine di aprile e l’inizio di maggio”.

Bolsonaro, 68 anni, è tornato in Brasile il 30 marzo dopo aver trascorso tre mesi negli Stati Uniti, dove si è recato due giorni prima della fine del suo mandato per evitare di consegnare la fascia presidenziale a Lula nel corso della cerimonia di insediamento del 1° gennaio.