METZ - Nata formalmente nel 2005, ma con radici ben più profonde che risalgono agli anni Ottanta, l’associazione PLIC – Promozione della Lingua Italiana e Cultura – è oggi una delle realtà più attive nella diffusione della lingua e della cultura italiana nella regione Grand Est della Francia. In qualità di Ente Gestore riconosciuto e sostenuto dal MAECI, il PLIC opera all’interno del Sistema della Formazione Italiana nel Mondo, offrendo un servizio educativo gratuito che ha saputo adattarsi nel tempo al mutare delle esigenze linguistiche e identitarie della comunità italo-francese e non solo.
“L’associazione esiste da oltre quarant’anni”, spiega Giuseppe Testi, presidente del PLIC dal 2021. “È nata per sostenere le famiglie italiane emigrate, fornendo ai loro figli la possibilità di mantenere un legame con le proprie radici attraverso la lingua. Col tempo, però, il pubblico si è ampliato e oggi i nostri corsi sono aperti a studenti di ogni origine, anche francese o nordafricana. Non si tratta più soltanto di preservare, ma anche di condividere la cultura italiana”.
L’attività principale dell’associazione consiste nell’organizzazione di corsi di lingua italiana nell’ambito del programma EILE (Enseignement International de Langues Étrangères), svolti in oltre 90 sedi scolastiche nei dipartimenti di Mosella, Meurthe e Mosella, Vosgi e Mosa. I corsi, destinati principalmente agli alunni delle scuole primarie a partire dal CE1 e agli studenti delle scuole medie, sono gratuiti e facoltativi, si svolgono prevalentemente in orario extrascolastico – alla fine della giornata scolastica, il mercoledì pomeriggio e, occasionalmente, il sabato – e sono tenuti da una ventina di insegnanti retribuiti.
“Siamo un’associazione francese senza fini di lucro, e quindi non possiamo contare su grandi risorse”, precisa Testi. “Riceviamo un contributo dal MAECI, ma dal 2021 questo copre solo una parte dei costi. Per questo cerchiamo anche il sostegno delle amministrazioni locali, dei privati e di altri enti, ma ottenere finanziamenti è sempre più difficile, anche per via delle procedure burocratiche complesse”.
In aggiunta ai corsi scolastici, il PLIC propone corsi di italiano per adulti, lezioni di francese per lavoratori italiani presenti sul territorio, eventi culturali e viaggi in Italia, rivolti sia agli iscritti sia ai simpatizzanti dell’associazione. “Lo scorso anno siamo stati a Como, quest’anno in Umbria. Organizziamo anche spettacoli: nel 2022, per esempio, abbiamo ospitato Luca Vullo con una performance sulla gestualità italiana, che ha coinvolto sia adulti che bambini e ha riscosso molto successo. Vorremmo riproporre iniziative di questo tipo, ma serve il sostegno adeguato”.
Nel corso degli anni, anche il profilo degli insegnanti e dei corsisti ha subito una significativa trasformazione. Accanto ai bambini italo-francesi si trovano oggi anche studenti con origini diverse, tra cui molti provenienti dal Maghreb, spesso con esperienze migratorie transnazionali che includono l’Italia. “Ci sono bambini nati in Italia, o che vi hanno vissuto per alcuni anni prima di trasferirsi in Francia. Alcuni hanno nazionalità italiana. Anche tra i nostri insegnanti ci sono persone con doppia origine culturale e linguistica, che parlano perfettamente sia l’italiano che il francese. Questo arricchisce moltissimo il contesto didattico”.
L’insegnamento dell’italiano, in un contesto plurilingue e multiculturale come quello francese, assume quindi un valore che va ben oltre la mera acquisizione linguistica. È un’occasione di dialogo culturale, di trasmissione intergenerazionale e di valorizzazione dell’identità italiana come risorsa aperta e condivisibile.
“Significa salvaguardare i valori del nostro Paese. Attraverso l’apprendimento della lingua, i bambini vengono introdotti anche alle tradizioni, alla storia e al vissuto italiano. Si parla della Befana, delle regioni italiane, del cibo. Elementi che non fanno parte dell’immaginario scolastico francese ma che, grazie a questi corsi, diventano parte dell’esperienza formativa degli studenti”.
Nonostante l’impegno e la passione, le sfide non mancano. La sostenibilità economica, la ricerca di nuovi volontari, l’esigenza di una programmazione stabile e continua sono alcuni degli ostacoli con cui l’associazione si confronta quotidianamente. “Abbiamo bisogno sia di risorse economiche che di risorse umane”, ribadisce Testi. “Servirebbero più persone disposte a offrire parte del loro tempo all’associazione, e maggiori fondi per garantire la continuità delle attività. Abbiamo tante idee e progetti da sviluppare, ma non sempre i mezzi per realizzarli”.
Nonostante queste difficoltà, il PLIC continua a essere un punto di riferimento per la comunità italiana e italofila della regione. “Lo facciamo con piacere”, conclude Giuseppe Testi. “Perché insegnare l’italiano significa continuare a raccontare chi siamo. E offrire questa possibilità a chi vuole scoprirci, ovunque si trovi”.