SYDNEY - Il governo Minns interverrà nella battaglia legale che si aprirà davanti all’Alta Corte per difendere il divieto di accesso ai social media per gli under 16, misura che entra ufficialmente in vigore mercoledì.
La decisione viene comunicata mentre due adolescenti, sostenuti dal gruppo “Digital Freedom Project”, contestano la legge sostenendo che violi la libertà implicita di comunicazione prevista dalla Costituzione australiana.
La normativa, prima al mondo nel suo genere, impone a dieci piattaforme — tra cui Facebook, Instagram, TikTok, Snapchat e X — di impedire a chiunque abbia meno di 16 anni di possedere un account. L’obiettivo è ridurre l’esposizione dei minori ai rischi online, dal cyberbullismo ai contenuti dannosi.
Il premier del NSW Chris Minns ha ribadito che il suo governo sosterrà la posizione federale, affiancando il South Australia nell’intervento a favore della legge. “I social sono un gigantesco esperimento globale non regolato sui nostri figli - ha dichiarato -. Se mettono a rischio i giovani, dobbiamo agire. E chi gestisce queste piattaforme deve assumersi la responsabilità”.
Intanto, alcune app non incluse nel bando stanno registrando un forte aumento di utenti minorenni. Tra queste Lemon8, che ha però accettato di introdurre da mercoledì un limite d’età a 16 anni.
Un sondaggio di Resolve Political Monitor mostra che quasi il 70 per cento degli australiani sostiene il divieto, anche se solo un terzo crede che le piattaforme riusciranno davvero a bloccare gli under 16.
Anche il rispetto domestico della misura appare incerto: meno del 30 per cento dei genitori intende eliminare tutte le app dai dispositivi dei figli, mentre oltre metà dice che valuterà caso per caso.
Il primo ministro Anthony Albanese ha definito il bando già un successo, osservando che ha avviato un confronto necessario tra genitori, scuole e ragazzi. Ma l’opposizione resta scettica: il leader dei Nazionali David Littleproud dubita che i colossi tecnologici faranno abbastanza per applicare la norma.
Le piattaforme rischiano sanzioni fino a 49,5 milioni di dollari se non adotteranno misure adeguate per impedire la presenza dei minori.