LA PAZ – Il 16 maggio migliaia di sostenitori dell’ex presidente boliviano Evo Morales hanno marciato a La Paz per chiedere la sua partecipazione alle elezioni presidenziali del 2025.
La protesta è scoppiata in risposta a una recente sentenza del Tribunale Costituzionale, che ha confermato il divieto di rielezione per i presidenti e ha quindi escluso Morales, che ha già ricoperto tre mandati consecutivi dal 2006 al 2019.
I manifestanti, tra cui donne, bambini e anziani, hanno protestato fuori dal Tribunale Supremo Elettorale, chiedendo l’inclusione di Morales tra i candidati. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e pallottole di gomma per disperdere la folla. Secondo le autorità, ci sono stati feriti tra i manifestanti e tra le forze dell’ordine.
Morales, che si trovava all’estero al momento della protesta, ha dichiarato di essere stato escluso dalla politica boliviana attraverso manovre politiche e ha accusato l’attuale presidente Luis Arce di volerlo emarginare.
Nel dicembre 2024, la Procura boliviana ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per presunti abusi sessuali su una minorenne avvenuti durante il suo mandato presidenziale. Tuttavia, nel maggio 2025, una giudice ha annullato l’ordine di arresto e l’intera inchiesta, sostenendo che i diritti di difesa di Morales erano stati violati durante il processo.
Nonostante le difficoltà legali, Morales ha annunciato l’intenzione di candidarsi con un partito diverso dal suo, il Movimento al Socialismo (Mas), che ora è sotto il controllo di Arce.