BRUXELLES - Il portavoce per gli Affari interni e l’Immigrazione della Commissione europea, Markus Lammert, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario ha dichiarato di essere a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti il decreto italiano che trasforma in Cpr il centro per i migranti in Albania, emanati venerdì dal Consiglio dei ministri.  

“Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato il caso finora per l’asilo”, spiega Lammert, sostenendo che “in principio, questo è in linea con il diritto dell’Ue”.  

Lammert risponde così a un giornalista che aveva chiesto conferma di quanto affermato dal ministro italiano dell’Interno, Matteo Piantedosi, secondo cui ci sarebbe stata una discussione tra il governo e con la Commissione europea riguardo al decreto, e la Commissione europea non avrebbe presentato obiezioni a riguardo. 

Per quanto riguarda invece le cosiddette “soluzioni innovative”, in particolare la predisposizione di centri di rimpatrio in paesi terzi, il portavoce afferma che i partner europei sono “pronta a esplorarle, sempre in linea con gli obblighi previsti dal diritto dell’Ue, dal diritto internazionale e dai diritti fondamentali”. 

Le dichiarazioni di Lammert, secondo la maggioranza, rappresentano “una vittoria per l’Italia e per il governo Meloni”, e la dimostrazione che “ancora una volta, la sinistra viene smentita nei fatti”, dichiara Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo. 

“Le soluzioni innovative e coraggiose per contrastare l’immigrazione illegale non solo sono possibili, ma anche compatibili con il quadro normativo europeo e internazionale”, aggiunge l’eurodeputato. 

Secondo Fidanza, chi ha provato a ostacolare l’iniziativa del governo “con allarmismi ideologici” dovrebbe fare un passo indietro e “riconoscere la validità del modello italiano, che potrebbe diventare un esempio anche per altri Paesi europei”.