CANBERRA – Le persone con disabilità in Australia hanno possibilità di scelta limitate e un minore grado di controllo sui servizi che ricevono, perché l’ecosistema di sostegno per la disabilità nel Paese dipende in maniera troppo accentuata dal programma governativo NDIS.
È questo il messaggio principale che si ricava dal riesame indipendente del sistema assicurativo nazionale per la disabilità, voluto dal governo Albanese e condotto da uno degli architetti dell’NDIS, il professor Bruce Bonyhady, e dell’ex funzionaria pubblica Lisa Paul. La relativa relazione finale è stata pubblicata in queste ore e contiene 26 raccomandazioni, oltre all’indicazione di 139 azioni di supporto rivolte a mettere le persone disabili al centro dell’ecosistema di sostegno che li riguarda.
Il NDIS, che sostiene circa 631.000 residenti australiani, è stato considerato per lungo tempo un programma all’avanguardia a livello mondiale ma la sua efficacia è stata messa di recente in discussione a causa della continua crescita dei suoi costi, che continuano lievitare a un ritmo insostenibile pari al 14% annuo. Per evitare che l’NDIS gravi eccessivamente sul bilancio federale, il governo mira a contenere questa crescita all’8%, migliorando al tempo stesso il sostegno offerto grazie a cambiamenti strutturali e di altro tipo.
Il rapporto rileva che il governo fa sempre più affidamento sull’NDIS come principale, e talvolta unica, fonte di sostegno per le persone con disabilità. “Ciò ha portato a un sistema sbilanciato, incentrato troppo sull’NDIS a scapito di un ecosistema di sostegno alla disabilità più ampio, inclusivo e accessibile”, si legge nel documento.
Tra le raccomandazioni contenute nel rapporto, spicca il suggerimento di introdurre “sostegni di base” che dovrebbero essere messi a disposizione di tutti gli australiani con disabilità, indipendentemente se siano iscritti o meno all'NDIS. Si calcola che siano circa 2,5 milioni i residenti in Australia con una disabilità al di sotto dei 65 anni d’età.
L’esecutivo, inoltre, dovrebbe porre fine all’uso di pratiche restrittive e facilitare l'assunzione e l'impiego duraturo del personale dei servizi ai disabili. La legislazione istitutiva dell'NDIS dovrebbe essere rivista, per riportarla al suo intento originale, e dovrebbero essere introdotti “navigatori” che aiutino le persone con disabilità a trovare i servizi a loro disposizione. Viene suggerita, infine, una tabella di marcia quinquennale per l’attuazione di queste raccomandazioni.
La commissione per il riesame ha ricevuto quasi 4.000 contributi alla discussione, ha preso in considerazione oltre 2.000 storie personali, e ha ascoltato più di 1.000 persone con disabilità e le loro famiglie.
Il ministro per il NDIS Bill Shorten ha ringraziato gli autori del riesame e tutti coloro che hanno da un contribuito. "Questo è un momento significativo nella storia australiana. La nostra nazione raccoglierà i frutti del lavoro di questa commissione di riesame", ha detto.
Il tema dei fondi per l’NDIS è stato già discusso ieri tra Canberra e gli Stati nel corso del Consiglio intergovernativo, mentre una risposta esaustiva del governo federale al rapporto finale del riesame sarà resa nota nel corso del 2024.