ROMA - L’agenzia Adnkronos ha pubblicato la scorsa settimana in esclusiva e a pochi giorni dall’incontro in Vaticano tra il cardinale Angelo Becciu e il Papa, l’audio integrale della telefonata intercorsa tra il prelato e il Pontefice, registrata (all’insaputa del Papa) da una amica di famiglia di Becciu il 24 luglio 2021, solo pochi giorni dopo le dimissioni di Bergoglio dall’ospedale dove aveva subito una complessa operazione. Una telefonata rintracciata dalla Guardia di Finanza di Oristano su due telefoni e un tablet appartenenti a Maria Luisa Zambrano, appunto amica di famiglia di Becciu, indagata nell’inchiesta della procura di Sassari sulla Caritas di Ozieri. Una conversazione delicata, che, secondo gli investigatori, è stata fatta registrare a una terza persona (la Zambrano, appunto) e nella quale Becciu, come scritto dalla procura di Sassari, “intendeva spingere il Papa ad affermare circostanze di una qualche utilità” per il processo che stava per iniziare.
Nella prima parte della telefonata Becciu chiede al Papa se si ricorda di averlo autorizzato al pagamento del riscatto di una suora rapita in Mali. Il riferimento è al denaro versato a Cecilia Marogna (mai menzionata nella telefonata con Papa Francesco), imputata nel processo vaticano in concorso con Becciu, in relazione ai 575mila euro versati dalla segreteria di Stato alla società di lei per attività di intelligence tra cui, appunto, la liberazione della suora rapita in Mali dai jihadisti. Soldi che invece, secondo l’accusa, sarebbero stati spesi dall’ex collaboratrice del cardinale in beni di lusso.
“Senta Santo Padre - dice Becciu -, io Le sto telefonando con grande sofferenza, cioè io per me quasi non dovrei andare più a processo, perché, mi spiace, ma la lettera che mi ha inviato è una condanna... è una condanna... Le volevo solo chiedere se alcuni dati...Cioè, la cosa è questa, che io non posso chiamarLa in Tribunale come testimone, non mi permetterei mai, però ci deve essere una Sua dichiarazione. I due punti sono questi: cioè, mi ha dato o no l’autorizzazione ad avviare le operazioni per liberare la suora? Eh, io mi pare glielo chiesi guardi dovrei andare a Londra, contattare questa agenzia che si darebbe da fare, poi le dissi che le spese che ci volevano erano 350mila euro per le spese di questa agenzia, questi che si dovevano muovere, e poi per il riscatto avevamo fissato 500mila, dicevamo non di più perché mi sembrava immorale dare più soldi che andavano nelle tasche dei terroristi… ecco io mi pare che l’avevo informato su tutto questo... si ricorda?
Papa Francesco, reduce da una operazione molto delicata, risponde: “Quello si mi ricordo, eh vagamente, ma ricordo si ce l’avevo si”.
Allora Becciu lo incalza: “Si, però mi ha scritto le accuse cioè... è la teoria dei magistrati, cioè loro mi accusano che ho imbrogliato Lei, che non era vero che io ero stato da Lei autorizzato a fare queste opere, e quindi Lei condivide le accuse dei magistrati ed io come posso difendermi lì se Lei già mi accusa così (...)Lei mi ha sempre detto che è al di sopra, non vuole interferire”.
Papa: “Io sono al di sopra, facciamo una cosa... perché non mi invia uno scritto? Perché io devo consultare prima di scrivere, no? Mi invia uno scritto, si narra tutto questo e facendo un’altra relazione, eh?”.
Becciu accetta ma insiste: “certo però se lo fa redigere da chi è dalla parte contraria… chiaro che mi...”.
Allora Francesco lo rassicura: “No capisco capisco, cercherò un altro consiglio, eh?”.
Soddisfatto il cardinale chiude allora la chiamata: “Va bene. Le sono grato Le sono grato davvero Santo Padre”.