MOSCA - La Russia “non ha mai obiettato a un’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea”, ma un suo ingresso nella Nato sarebbe “inaccettabile” per Mosca. A Pechino il presidente russo, Vladimir Putin, ha ribadito e ricordato quali siano le posizioni del Cremlino su Kiev.
Inoltre, ha assicurato che “la Russia non attaccherà l’Europa e qualsiasi discussione in materia è una provocazione o una dimostrazione di incompetenza”.
Il presidente russo ha continuato: “Credo sia chiaro alle persone di buon senso che il fatto che si stia costantemente alimentando una sorta di isteria sui presunti piani della Russia di attaccare l’Europa sia una provocazione e totale incompetenza. Qualsiasi persona di buon senso è perfettamente consapevole che la Russia non ha mai avuto, non ha e non avrà mai il desiderio di attaccare nessuno”.
Il presidente ha dichiarato di aver discusso con Donald Trump, delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e ha affermato di “credere che un compromesso possa essere trovato su questa questione” con Washington.
“I nostri ultimi contatti con Trump mostrano che l’amministrazione americana ascolta le nostre preoccupazioni, speriamo che il dialogo continui”, ha aggiunto. “Da questo punto di vista, ci sono possibilità di garantire la sicurezza dell’Ucraina se il conflitto finisce”, ha sottolineato il leader di Mosca, “è stato anche nell’agenda della nostra discussione ad Anchorage. E mi sembra che ci sia una possibilità di trovare un accordo su questo”.
Infine, “la Russia è pronta a cooperare con la società elettrica statunitense Westinghouse non solo nel progetto di centrale nucleare in Slovacchia ma anche nella gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell’omonima regione contesa dell’Ucraina”.
Il Cremlino ha smentito che l’ipotesi di un dispiegamento di forze di pace cinesi in Ucraina sia stata affrontata nel vertice odierno tra Putin e Xi Jinping a Pechino. Lo riferisce l’agenzia statale Ria Novosti, citando l’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov.
Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni secondo cui il presidente statunitense Donald Trump avrebbe proposto il coinvolgimento di peacekeeper cinesi, come parte delle discussioni su garanzie di sicurezza per porre fine al conflitto. Ushakov ha aggiunto che "sono previsti ulteriori incontri tra Mosca e Washington, a livello ministeriale, per proseguire i colloqui".
Secondo quanto sostiene l’agenzia di intelligence della Corea del sud, circa duemila soldati nordcoreani sarebbero morti a fianco dei militari russi nel combattere contro l'Ucraina. Ad aprile, il Servizio di intelligence di Seul aveva "dichiarato che il numero dei caduti in guerra era di almeno 600. Ma sulla base di valutazioni aggiornate, ora stima la cifra intorno ai duemila", ha dichiarato il deputato Lee Seong-kweun ai giornalisti dopo un briefing dell'agenzia di spionaggio.
L’Istituto per lo Studio della Guerra (Isw) contesta le affermazioni di Mosca sui successi militari in Ucraina e denuncia un aumento delle operazioni di disinformazione. Il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, aveva dichiarato sabato scorso che le forze russe avevano conquistato 3.500 km quadrati e 149 insediamenti dall’inizio di marzo. Secondo l’Isw, però, “le evidenze disponibili mostrano che i guadagni reali ammontano a circa 2.346 km quadrati e 130 insediamenti”, risultati che restano “sproporzionatamente limitati e lenti rispetto alle elevate perdite subite”.
Per compensare la mancanza di progressi sul campo, il Cremlino starebbe rafforzando la propaganda, accusando l’Europa di “prolungare la guerra”, minacciando l’uso di armi nucleari e sostenendo che una vittoria russa sia inevitabile.