MOSCA - Questo aggiornamento alla dottrina nucleare segue la decisione del presidente statunitense Joe Biden di autorizzare l’Ucraina a colpire obiettivi sul territorio russo utilizzando missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti.

Secondo la nuova dottrina, annunciata martedì, Mosca potrebbe rispondere con armi nucleari anche ad attacchi convenzionali condotti contro la Russia da parte di nazioni sostenute da potenze nucleari. Il ministero della Difesa russo ha riferito che l’Ucraina ha lanciato sei missili ATACMS di fabbricazione statunitense verso una struttura militare nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina. La difesa aerea russa ha intercettato cinque missili, mentre uno è stato danneggiato.

Questa revisione amplia notevolmente i criteri per il possibile uso di armi nucleari rispetto alla versione precedente, che prevedeva il ricorso al deterrente atomico solo in caso di attacco con missili balistici. Il documento sottolinea anche che qualsiasi attacco contro la Russia da parte di un membro di un’alleanza militare sarà considerato un’aggressione da parte dell’intero blocco, in un chiaro riferimento alla NATO.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’aggiornamento della dottrina è stato pubblicato in modo "tempestivo" e che Putin aveva ordinato di adeguarla alla situazione attuale già all’inizio dell’anno. Ha inoltre confermato che un attacco con missili a lungo raggio contro la Russia potrebbe potenzialmente scatenare una risposta nucleare.

Le reazioni internazionali sono state fortemente critiche. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha definito la revisione un atto di irresponsabilità, accusando la Russia di aggravare il conflitto. 

Mentre la guerra in Ucraina raggiunge il millesimo giorno, il rischio di escalation nucleare continua a destare serie preoccupazioni in tutto il mondo.