MOSCA - Durante la cerimonia che si è tenuta al Cremlino in occasione della giornata degli Eroi della Madrepatria, Vladimir Putin, rispondendo a una domanda a favore di telecamera di Artyom Zhoga, un combattente filorusso del Donbass, ha annunciato che il prossimo 17 marzo correrà per un quinto mandato da presidente della Russia, deciso a rimanere almeno fino al 2030.
“Grazie alle sue azioni abbiamo ottenuto la libertà e il diritto di scegliere, ma c’è ancora molto lavoro da fare, dobbiamo procedere con l’integrazione, e vorremmo farlo sotto la sua guida”, ha dichiarato Zhoga, che ha poi proseguito: “Abbiamo bisogno di lei, la Russia ha bisogno di lei”.
Putin ringraziandolo, ha risposto: “Ho avuto diversi pensieri su questo argomento, ma oggi capisco che non c’è altra scelta. Ecco perché mi candiderò a presidente della Russia”.
Una candidatura che con quasi ogni probabilità lo porterà alla rielezione, e non solo per l’aumento della repressione del dissenso - soprattutto dopo l’inizio del conflitto con l’Ucraina-, ma anche perché ci si aspetta che alla corsa elettorale vengano ammessi solo candidati di movimenti politici considerati di sistema, come il Partito liberaldemocratico e quello comunista.
Intanto, i collaboratori di Aleksei Navalny, in carcere da quasi tre anni, denunciano di non avere notizie del più noto oppositore di Putin da tre giorni, dopo che ha indetto una campagna denominata ‘Una Russia senza Putin’, in cui ha invitato ogni cittadino a votare per chiunque ad eccezione del presidente in carica e a convincere almeno altre dieci persone a fare altrettanto. Il sito web di Navalny sarebbe stato nel frattempo anche bloccato dall’ente regolatore delle comunicazioni.
Ci sono poco dubbi sulla sua rielezione e Putin avrà, in quel caso, governato la Russia per 30 anni. Davanti a lui solo Stalin, che detiene ancora il primato con 31 anni.